dal: 13-04-2016 al: 24-04-2016
Terminato
Corso di Porta Romana, 63, 20122 Milano
Tel: 02 5518 1377
Orari:

Lunedì: riposo
Mercoledì, giovedì, sabato: ore 20.30
martedì e venerdì: ore 19:30
Domenica: ore 16.00

Prezzi: 13,50 < 34 €

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SCHEDA SPETTACOLO: ARANCIA MECCANICA

Stagione 2015-2016
Di Anthony Burgess
Regia di Gabriele Russo
Cast Alessio Piazza, Alfredo Angelici, Daniele Russo, Giulio Federico Janni, Martina Galletta, Paola Sambo e Sebastiano Gavasso
Una produzione Fondazione Teatro di Napoli - Teatro Bellini di Napoli
Recensione di: Alessandro Toppi Voto 0

«Tu puoi esserci molto utile, ragazzo», dice lo scrittore Alexander F., metafora in scena di Anthony Burgess, che elaborò Arancia meccanica non per diletto, come usava dire, ma per curarsi il dolore del pestaggio e dello stupro subito dalla compagna.

Dev’essere quest’inciso ad aver ispirato la regia di Gabriele Russo che – evitato il rapporto col libro e col film – si rifà alla commedia musicale che Burgess stesso ricavò dalla trama nel 1990, per la Royal Shakespeare Company. «Tu puoi esserci molto utile, ragazzo » deve aver pensato Russo giacché fa, del capolavoro distopico, una messinscena brechtianamente didattica, che ha per fine non il coinvolgimento emotivo ma l’avvertimento testimoniale. Procede così per scene singole, epicamente anticipate («Che succederà?») e rese esponendo tutto il falsume del teatro: l’ubriachezza è un naso da pagliaccio, le mani non toccano i corpi che dovrebbero colpire e la quarta parete l’abbatte una torcia, rivolta alla platea. S’aggiungano stilizzazione gestuale, tra slow motion e mimica ultragrottesca, e la rivisitazione lessicale del Nadsat in uno spettacolo che evita derive splatter: niente violenza verosimile, niente sangue in abbondanza, quanto piuttosto la recita della violenza e l’evocazione del sangue.

Sia chiaro, non tutto funziona: Arancia meccanica rallenta troppo, durante alcuni dialoghi, mentre riceve applausi quando fa avanzare la “stanza di vetro” in ribalta, ingrandendola come capita con un ricordo percettivo, disturbante e malato, che torna a trovarci. È questo un altro merito: aver dato non la vicenda ma la visione personale e distorta della vicenda medesima. È la testa di Alex (abbruttita da Dio, dal Diavolo e dallo Stato onnipotente) che capovolge gli ambienti (letti e sedie al soffitto); è la sua testa che offre la parabola, crudele e catartica, di un carnefice nichilista che finisce vittima di famiglia e governo. D’accompagnamento le musiche di Morgan, nel ruolo gli interpreti, ottima la prova di Alex/Daniele Russo.