dal: 16-11-2016 al: 20-11-2016
Terminato
Corso di Porta Romana, 63, 20122 Milano
Tel: 02 5518 1377
Orari:

Lunedì: riposo
Mercoledì, giovedì, sabato: ore 20.30
martedì e venerdì: ore 19:30
Domenica: ore 16.00

Prezzi: 13,50 < 34 €

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SCHEDA SPETTACOLO: ANGELICAMENTE ANARCHICI. Don Andrea Gallo e Fabrizio De André

Stagione 2016-2017
Di Marco Andreoli
Regia di Michele Riondino
Cast Michele Riondino
Una produzione Centro d’Arte Contemporanea Teatro Carcano e Promomusic
Recensione di: Albarosa Camaldo Voto 3.5

Michele Riondino, con Angelicamente anarchici, crea un originale spettacolo in cui fonde le parole di due genovesi: Don Andrea Gallo e Fabrizio De André, legati da una forte amicizia.
Riondino appare in scena con l’abito talare, il cappello a tese larghe, il sigaro, elementi che rendono riconoscibile Don Gallo, prete anarchico, di strada, decisamente non convenzionale, dichiaratamente vicino agli ultimi, agli emarginati, all’esistenze confinate, quelle cantate anche da Fabrizio de André.
A legare il poeta e il sacerdote è infatti il desiderio di giustizia, unito a una cultura libertaria in nome di una concezione autentica della vita; nelle opere di entrambi infatti si più riscontrare un marcato senso civico e civile.
In questo collegamento sta l’idea portante della drammaturgia e regia di Riondino: creare un tessuto recitato e visivo che unisca i due genovesi che si confrontano sulle stesse questioni.
Riondino veste i panni di Don Gallo per raccontare storie di violenza, emarginazione, ma anche di umanità e riscatto. Mentre racconta ci si accorge che i personaggi citati altri non sono che i protagonisti delle canzoni del cantautore genovese, che assumono così consistenza scenica: quali il giudice basso con la gobba, il figlio che uccide la madre levandole il cuore come pegno d’amore, o quella che chiamavano Bocca di Rosa. Interessante che la musica, dal vivo, rinunci alle parole, i personaggi vengono così a delinearsi e farsi riconoscere attraverso una narrazione descrittiva.
Suggestivo è il fondale che cambia colore a seconda dei racconti, rosso nella scena del cuore esportato, o che si anima di figure in bianco e nero come ombre cinesi, raffiguranti i musicisti che suonano dietro il fondale, o la proiezione inquietante della gigantesca ombra del cardinale Giuseppe Siri, che ostacolò l’attività di Don Gallo, a causa dei suoi comportamenti sopra le righe.
Solo alla fine dello spettacolo, terminata la finzione scenica, i musicisti si rivelano e appaiono in scena per eseguire celeberrime canzoni di De André.