lunedì riposo
martedì, giovedì, venerdì, sabato ore 20.30
mercoledì ore 19.30
domenica ore 16.30
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SCHEDA SPETTACOLO: IL DESERTO DEI TARTARI
Non è la prima volta che Paolo Valerio mette in scena Buzzati. Ora, con questo adattamento del racconto più famoso ed emblematico dello scrittore bellunese, conferma la sua straordinaria sintonia con l’universo poetico buzzatiano di cui riesce a cogliere le sfumature più intime e immateriali.
Il libro, pubblicato nel 1940, anticipa con sorprendente creatività temi e figure che apparterranno all’immaginario, non soltanto teatrale, novecentesco: il motivo dell’“attesa”, e l’idea di “confine”, divenute vere e proprie strutture portanti della moderna scrittura drammaturgica. Il merito maggiore dell’adattamento e della regia di Paolo Valerio è stato quello di non essersi lasciato sedurre dai contenuti formali del testo – la fortezza, il deserto – ma da quelli privati del tenente Drogo, dalla sua vicenda interiore da farcelo tanto somigliare a un personaggio di Schnitzler, o di Svevo. Un narratore esterno, ma anch’egli in divisa da soldato, recita le parti descrittive del romanzo (le cui frasi appena pronunciate vengono proiettate su uno schermo), mentre a tutti gli altri interpreti sono affidati i dialoghi: così ascoltiamo e vediamo la vicenda nel suo regolare sviluppo, nell’esatto andamento della storia. Ma, a ogni scansione temporale, il personaggio di Giovanni Drogo cambia interprete, come per volere sottrarre alla rappresentazione qualsiasi effetto mimetico, e restituire invece quell’aspetto corale, chiuso, circolare del romanzo. Bellissime proiezioni dei quadri di Dino Buzzati, pitture, opere grafiche, creano un’atmosfera intensa e magica, sottolineata altresì dalle efficaci musiche originali di Antonio Di Pofi suonate dal vivo da Aldo Gentileschi (fisarmonica), e Marina La Placa (theremin) anche nella parte dell’unica donna desiderata e abbandonata da Drogo, per inseguire un destino che non gli aveva insegnato ad amare.