dal: 08-02-2018 al: 11-02-2018
Terminato
Via Gian Antonio Boltraffio, 21, 20159 Milano
Tel: 02 6901 5733
Orari:

Martedì-mercoledì-giovedì-venerdi-sabato ore 20.30
Domenica ore 16.00
Domeniche di giugno ore 17.00

Prezzi: 9,50 < 20 €

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SCHEDA SPETTACOLO: UN QUADERNO PER L’INVERNO

Stagione 2017-2018
Di Armando Pirozzi
Regia di Massimiliano Civica
Cast Alberto Astorri e Luca Zacchini
Una produzione con il sostegno di Armunia Centro di Residenze Artistiche Castiglioncello e Teatro Metastasio di Prato
Recensione di: Francesco Tei Voto 0

Il ladro e il professore di letteratura. Con il primo che – coltello alla mano – minaccia il secondo. Scopriremo che non vuole soldi, ma una poesia. Nel quadernetto, infatti, che il ladro ha rubato al professore il giorno prima, c’erano delle poesie bellissime. Se ora ne scrivesse un’altra per la moglie del ladro, in ospedale in coma, questa potrebbe salvarle la vita.

È il tema iniziale di Un quaderno per l’inverno, testo di Armando Pirozzi, autore con cui Massimiliano Civica rinnova in palcoscenico il suo sodalizio di fiducia. Un testo messo in scena in maniera volutamente spoglia, senza orpelli di nessun genere, senza abbellimenti “teatrali” nemmeno visivi. La vicenda, lentamente, si evolve, ma l’impressione per chi guarda, e soprattutto ascolta, resta quella di un testo ricco di potenzialità non adeguatamente espresse, di significati e di suggestioni sotterranei che rimangono, appunto, nascosti e non portati alla luce. Un problema di scrittura o di recitazione e regia? Probabilmente entrambe le cose. Pirozzi, come detto, sembra non sfruttare, se non in misura minima, le sue stesse idee; ma due attori dalle capacità interpretative ed evocative maggiori di quelle di Astorri e di Zacchini avrebbero potuto dare al dramma qualche cosa di più. Magari ambiguità, sfuggenti ed enigmatiche allusioni, sfaccettature inquietanti (o, invece, umanamente confortanti) di cui c’è appena una labile traccia. Certamente, Civica ha scelto apposta attori così antiaccademici, ma l’esito complessivo innegabilmente ne soffre, visto che soltanto Astorri raggiunge un livello appena soddisfacente, pur facendo del personaggio del professore poco più che uno schizzo (se non quasi una macchietta).