dal: 08-11-2016 al: 20-11-2016
Terminato
Via Pastrengo, 16, 20159 Milano
Tel: 02 688 0038
Orari:

da martedì a sabato ore 21.00
domenica ore 16.30

Prezzi: 10 < 20 €

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SCHEDA SPETTACOLO: TROPICANA

Stagione 2016-2017
Di Irene Lamponi
Regia di Andrea Collavino
Cast Cristina Cavalli, Elena Callegari, Irene Lamponi e Marco Rizzo
Una produzione Fondazione Luzzati Teatro della Tosse Onlus
Recensione di: Laura Santini Voto 3.5

Quando si è adolescenti la vita scorre a bocconi rapidi, ma è intricata come una matassa di fatti, pensieri, sogni. In quella che sembra una serie di piccole luminose polaroid, Irene Lamponi intreccia livelli di vissuto nel suo primo testo drammaturgico Tropicana. Prendendo a prestito il titolo dell’omonima canzone anni ’80 del Gruppo Italiano questo spettacolo fa bricolage delle vicende di una famiglia quasi-normale. Una figlia è una figlia. Una madre, una povera madre. La vicina che bestemmia. Il fidanzato carino, è dolce e buono.
Quello che accade è vero e surreale: una storia e un’idea di quella storia, che come una goccia cade sul collo e cola giù provocando sorpresa, solletico, imbarazzo. Fa piangere e scoppiare a ridere, fa tenerezza e offre una via di fuga, quella che nella vita non c’è. Perché l’esistenza non è facile per nessuno: non lo è per Lucia (Elena Callegari), la madre vittima di un sogno infranto che si fa tagliente e lesivo. Non lo è per Meda (Cristina Cavalli), la vicina di casa che si muove solo dentro un cinismo caustico, bloccata a occuparsi della madre o forse nascosta alle lusinghe della vita. Nina (I. Lamponi), figlia di Lucia, incastrata da un’assenza che la madre le ribadisce ad ogni occasione, tenta di vivere la sua giovinezza. Infine Leo, il findanzato di Nina, rappresenta una grande ingenua armonia con gli altri; il treno da non perdere. Come una favola Tropicana è piena di insidie, ma è anche una commedia.
Costruita a frammenti, un puzzle, un flusso di coscienza alla Joyce, dove c’è spazio per una voce fuoricampo, un sogno, qualche dialogo, bei silenzi, un pensiero improvviso, una frase scappata di bocca, un incubo, un “chissà come sarebbe andata se…”.
La vita scorre come un rubinetto aperto e i personaggi sono ignari surfisti di onde anomale su una scena (ben congeniata da Ruben Esposito) fatta di colori accesi per una vita vissuta con una pelle sola, sottile sottile. Le nuvole fanno da sfondo a uno spazio che si trasforma rapidamente dentro l’agire delle relazioni. Un lavoro sincero e spigliato, vibrante di emozioni.
Legge con aderenza e contiene gli slanci la regia di Andrea Collavino sui vari salti di registro; così come i costumi di Daniela De Blasio sanno accompagnare gli interpreti dentro le loro esistenze.