lunedì riposo
martedì, giovedì, venerdì, sabato ore 20.30
mercoledì ore 19.30
domenica ore 16.30
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SCHEDA SPETTACOLO: SOUPER
Fausto Paravidino dirige Souper scegliendo l’ortodossia: non modifica il testo; sigilla la visione frontale con un fondale ermetico, dalle geometrie lineari; impone agli attori l’immedesimazione, arreda con pizzi e merletti, innalza la quarta parete. Pochi dettagli in aggiunta: le didascalie proiettate a parete e la vetrata centrale, che cambia cromaticamente con l’evoluzione della storia, sono i più interessanti. Abbiamo così il rispetto formale di quest’atto unico che inscena una cena alto-borghese, in cui si brinda a un direttore di banca: amici selezionati e deferenza al festeggiato finché arriva un ufficiale di polizia ad arrestarlo. Ne consegue lo svelamento dei rapporti interpersonali – tra odi, inganni e tradimenti – e la denuncia violenta, e senza più freni, degli affari illeciti, dei contratti illegali, delle conoscenze più losche. Ma è il 1° aprile ed è stato uno scherzo del giovane Richetto: che tutto torni com’era, ammesso o sia possibile. Paravidino usa Souper per due motivi: ecco come un testo del 1930 descrive la finanza mal politicizzata della contemporaneità (vengono in mente gli scandali governativo-bancari recenti) e, nel contempo, fotografa l’élite europea, sempre più identificabile in un consesso privato e corrotto. Aggiungo: Richetto è una metafora del Teatro, ancora capace di smascherare chi si maschera in società. Lo spettacolo ha i limiti che si riscontrano in certi ingranaggi pirandelliani: il ritmo talora è lento, la parola domina, emerge il didascalismo della trama. Compensano la resa volgare e deteriore delle figure (i costumi di Sandra Cardini, tra gioielli in eccesso e stoffe laminate); compensa la buona recitazione di compagnia, in cui si distinguono Riccardo Maranzana (il direttore), cui tocca interpretare l’onestà misurata, e Federica De Benedittis (la cameriera), che rappresenta la zoppia del popolo nelle controscene. Alessandro Toppi