dal: 22-11-2016 al: 27-11-2016
Terminato
Via Mac Mahon, 16, 20155 Milano
Tel: 02 3453 2140
Orari:

Martedì/venerdì h. 20.45.
Sabato h. 19.30.
Domenica h. 16.

Prezzi: 9 < 18 €

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SCHEDA SPETTACOLO: SHORT SKIN

Stagione 2016-2017
Di Massimiliano Cividati
Regia di Massimiliano Cividati
Cast Camilla Pistorello, Camilla Violante Sheller, Libero Stelluti, Marco Rizzo e Matteo Vitanza
Una produzione Aia Taumastica
Recensione di: Diego Vincenti Voto 2

Smells like teen spirit. Profuma d’adolescenza il nuovo lavoro di Massimo Cividati. Senza la forza dei Nirvana, d’accordo. Ma con sguardo curioso e il merito (non indifferente) di tenersi ben lontano da qualsiasi giudizio o morale, limitandosi a tradurre in immagini un ricco catalogo di quello che sono gli adolescenti oggi. O di quello che noi adulti crediamo che siano.
Questo il primo dubbio che emerge, osservando quadri scenici di Short Skin che molto concedono ai cliché e ai titoli in cronaca, per quanta verità vi si possa nascondere: la voglia di far festa e di devastarsi, i problemi legati all’alimentazione e quelli con insegnanti e genitori, il sesso e i romanticismi, le droghe, le paure e perfino i falò sulla spiaggia. Non manca nulla. Fra disagi e batticuori. Una piccola, simbolica palestra accoglie il racconto, affidato a sketch spesso declinati con linguaggio non verbale. Più corpo che parola. Per un catalogo che nei momenti migliori viene letto con grazia, semplicità, intelligenza. Come l’idea di trasformare i genitori in alieni senza più contorni, incapaci di dialogo al punto da emettere versi indistinguibili. Particolarmente felice in questo, la scena della traduzione in simultanea di una spigolosa chiacchierata fra padre e figlio, davanti a una partita di calcio. Difficile non ritrovarsi.
In altri momenti la semplicità del tratto non riesce invece a scalfire la superficie di una materia incandescente, poco aggiungendo alla riflessione. Con un incomprensibile crollo verso il finale, quando il lavoro perde di ritmo e si scopre ridondante. Didascalico. Come nell’episodio di (cyber)bullismo ai danni di una ragazza in sovrappeso, o quando una cupa deriva sessuale viene accompagnata da Tainted Love: un amore corrotto, ovviamente. Precisi e (quasi) sempre a proprio agio i ragazzi, anche se c’è bisogno di rodaggio. Il titolo fa riferimento al monologo conclusivo. A quel corpo che pare non riuscire a trattenere il meraviglioso eccesso di sogni, di talenti, di desideri. Farci i conti è la chiave per diventare adulti felici. O forse è bello pensarlo.