dal: 02-05-2017 al: 07-05-2017
Terminato
Via Privata Hermada, 8, 20162 Milano
Tel: 02 6420761
Orari:

Martedì – sabato ore 20.30
Domenica ore 17.00
Lunedì riposo

Da maggio:

Lunedì – sabato ore 20:30, Giovedì ore 19.30, Domenica riposo

Prezzi: 9 < 15 €

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SCHEDA SPETTACOLO: PICCOLA SOCIETÀ DISOCCUPATA

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Stagione 2016-2017
Di Rémi De Vos
Regia di Beppe Rosso
Cast Barbara Mazzi, Beppe Rosso e Ture Magro
Una produzione Acti Teatri Indipendenti
Recensione di: Laura Bevione Voto 3.5

Dopo un primo, insoddisfacente, approccio nella stagione passata, con Ti amo lavoro – Conseguenze, Beppe Rosso torna a lavorare su e con i testi di Rémi De Vos, in Italia pressocché sconosciuto, malgrado l’ironica acutezza con cui l’autore francese sa ritrarre frustrazioni e nevrosi della società contemporanea. Un secondo approccio assai più convincente del precedente, Piccola società disoccupata, grazie soprattutto alla maggiore fiducia riposta nella potenza del testo dal regista – qui anche attore, insieme ai giovani e incisivi Barbara Mazzi e Ture Magro. Lo scontro-incontro fra generazioni – quella degli over 50, fulmineamente espulsi dal mondo del lavoro, e quella dei trentenni, cui pare negata l’opportunità di costruire una solida vita da adulti – è il filo rosso che attraversa i differenti sipari, allestiti semplicemente modificando la disposizione delle numerose e multiformi sedie che affollano la scena. Il giovane in carriera che, improvvisamente, rischia di perdere il lavoro e, dunque, il benessere cui, insieme all’incredula compagna, si era rapidamente abituato; la surreale ma assai verosimile sfida fra due candidati per essere assunti quali animatori in un nuovo parco acquatico; l’esasperazione di chi è costretto a trascorrere le proprie giornate all’ufficio di collocamento; ma anche ricatti e relazioni di natura non propriamente professionale… Istantanee comiche e beffarde, grottesche e disperanti che ritraggono un mondo del lavoro che sempre più coincide con l’esistenza tout court: ne risulta un quadro della società occidentale amaramente desolato, in cui l’istinto di sopravvivenza soffoca dignità individuale e solidarietà. Un paesaggio che Beppe Rosso e i suoi energici compagni di palcoscenico dipingono con potente e critica adesione, alternando ironia – le pillole ingurgitate a turno per placare l’ansia e l’isteria, doni della contemporaneità – a simpatetica desolazione.