dal: 02-11-2016 al: 10-11-2016
Terminato
Via Rivoli, 6, Milano
Tel: 848 800 304
Orari:

Salvo diversa indicazione, gli orari degli spettacoli al Piccolo sono: martedì, giovedì e sabato, 19.30; mercoledì e venerdì 20.30; domenica 16.

Prezzi: 12 < 32 €

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SCHEDA SPETTACOLO: MA

Stagione 2016-2017
Di Linda Dalisi
Regia di Antonio Latella
Cast Candida Nieri
Una produzione Festival Delle Colline Torinesi e Stabilemobile - Compagnia Antonio Latella
Recensione di: Pierfrancesco Giannangeli Voto 4

Ma, ultima fatica di Antonio Latella, è un monologo  con protagonista una strepitosa Candida Nieri, attrice giovane e  solida, già presente in altre produzioni del regista campano.
Si tratta di un lavoro ispirato alla figura della madre nell’opera di Pier Paolo Pasolini, ma  chi si aspetti una celebrazione dell’autore è fuori strada, poiché, certo all’interno di un universo  comunque pasoliniano, si toccano temi profondi fino a essere ancestrali. La prima scena ne è un  esempio, che spiazza, colpisce e inchioda alla poltrona. È una lunga sequenza con l’attrice di profilo, vestita  di nero e con ai piedi scarpe gigantesche fuori misura alla Charlot (scarpe  che impediscono di «camminare,  correre, scappare via», come dice il  testo). In mano ha un fazzoletto e un  microfono e a poco a poco, lentissimamente, si piega e si siede, pronunciando balbettii che faticosamente sembrano costruire la parola “mamma”, il tutto mescolato a lacrime e muco che le scendono dal volto.
È uno straordinario atto performativo che rappresenta la fatica della creazione e della generazione. La “mamma” è l’hegeliana fatica del concetto che si trasforma in parola parlata, in suono  riconosciuto, in arte.
Come dice Latella la Madre è anche Madre-Scrittura, perché nella battaglia della vita l’arma è solo la parola. Il resto del viaggio, tra l’urlo e il sussurro dell’interprete, è tra le suggestioni del Vangelo secondo Matteo, grida della Madre contro se stessa per non aver impedito al Figlio di «leggere, parlare e  scrivere», denuncia dei lavori di Pasolini  che hanno subìto la vergogna della  censura, asettico elenco delle ferite mortali subite dallo scrittore. Alla fine le scarpe da gigante sono sostituite da una copia piccolissima: un pugno nello stomaco alla fine di emozioni e commozioni continue, perché da qualche parte c’è sempre un Figlio che si sacrificherà per le proprie  idee.