dal: 02-05-2018 al: 27-05-2018
Terminato
Via Mac Mahon, 16, 20155 Milano
Tel: 02 3453 2140
Orari:

Martedì/venerdì h. 20.45.
Sabato h. 19.30.
Domenica h. 16.

Prezzi: 9 < 18 €

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SCHEDA SPETTACOLO: LE COSMICOMICHE/LA BOUTIQUE DEL MISTERO: CALVINO INCONTRA BUZZATI

Stagione 2017-2018
Di tratto dalle opere di Italo Calvino e Dino Buzzati
Regia di Lorenzo Loris
Cast Paolo Bessegato e Pietro Bontempo
Voto 0

Note di presentazione

Lorenzo Loris mette in relazione parte del mondo letterario di Italo Calvino con quello di Dino Buzzati che racconta qui di seguito nelle note di regia:

“Lo spettacolo inizia con il racconto di Calvino “La distanza della luna“. Il protagonista  ha un nome bizzarro, palindromo: Qfwfq.  Riferendosi  alla donna che ha amato infiniti anni fa si domanda: “Ma lei? Chiedendomelo ero diviso nei miei timori.” A questi “timori” risponde alla fine Buzzati con il suo “Inviti superflui“. La chiusa del suo racconto, è per certi versi  la risposta ai quesiti d’amore che nel testo d’apertura dello spettacolo si pone  il protagonista di Calvino. La narrazione teatrale si apre quindi con il desiderio di realizzare il sogno d’amore di un uomo senza tempo Qfwfq, completamente perso per la moglie del capitano, e si chiude con lo stesso desiderio umano vivo e direi quasi quotidiano di essere amato come ognuno oggi vorrebbe, attraverso le parole dell’ anonimo protagonista di Buzzati (in cui non stentiamo a riconoscere la voce dell’autore) con “ma tu – adesso ci penso – sei troppo lontana…”

I due racconti “La memoria del mondo” e “Ragazza che precipita” sono collocati a seguire,  tra il primo suddetto di Calvino e l’ultimo sogno d’amore non realizzato di Buzzati. “Inviti superflui” é il finale quindi,  non solo perché è il più potente e poetico di tutti e tre,  ma perché è il fil rouge, sotterraneo della complessiva narrazione teatrale. “La memoria del mondo” apre alla disillusione amorosa e irrompe sulla scena prima piano, poi forte, laddove si apprende che lui, unico protagonista, ha fatto fuori la moglie. Non é forse per troppo disamore che ci si patologizza e ci si uccide o uccide l’altro? E poi subito dopo, “Ragazza che precipita” è un respiro, la possibilità che questo amore tanto cercato nei suddetti tre racconti possa essere qui spiegato attraverso la complessità femminile che per l’uomo è sempre una terra da conquistare.

Questo racconto fa da raccordo con i due precedenti e aggancia quello finale e successivo che descrive l’amore assoluto; quello che potrebbe durare ma che non dura, quello che potrebbe fiorire se l’altro soltanto potesse parlare la stessa lingua dell’amato. Ma ahimè, i fiori che a volte potrebbero durare non durano e Buzzati l’aveva ben intuito e forse vissuto.”