dal: 02-02-2018 al: 18-02-2018
Terminato
Piazza San Babila3 , 20121 Milano
Tel: 02 7600 0086
Orari:

Martedì, mercoledì, giovedì, venerdì, sabato 20:45
Domenica 15:30

Prezzi: 30 < 60 €

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SCHEDA SPETTACOLO: HAIRSPRAY – grasso è bello

Stagione 2017-2018
Di Thomas Meehan e Mark O'Donnell
Regia di Claudio Insegno
Cast Giampiero Ingrassia
Una produzione Teatro Nuovo
Recensione di: Sandro Avanzo Voto 0

L’altra faccia di Grease, o per meglio dire l’evoluzione sociale e antropologica di Grease. Questo ambientato tra i fervori adolescenziali dell’anno scolastico ’59 a Chicago, Hairspray nel 1962 in una Baltimora già trasformata dal giovanilismo ma divisa dai conflitti razziali e rivoluzionata dall’influenza della tv e dalle note e dai ritmi del r/b. Alla base dello spettacolo vanno considerati l’irriverenza e le provocazioni del film di John Waters (1988), l’attivismo dell’adattamento teatrale con Harvey Fierstein (2002), nel ruolo cinematografico en travesti che da Divine passò a John Travolta (2007). Un retaggio davvero impegnativo con cui confrontarsi per il regista Claudio Insegno.

I pochi margini di manovra li ha utilizzati per la scelta e la direzione degli interpreti e per dare un minimo di credibilità alla favola contemporanea della protagonista di taglia xl che riesce ad avere la meglio sulla bionda rivale wasp umiliandola sia sul piano amoroso che su quello sociale, e che trascina nel proprio trionfo tanto la mamma xxxl che l’intera comunità nera. La giovanissima Mary La Targia (puro talento, una vera rivelazione!) sembra nata per questo ruolo, per età anagrafica, per corporatura, per estensione e timbro vocale ma anche per temperamento interpretativo se si pensa che riesce a tener testa a un animale da palco come Giampiero Ingrassia il quale, anche imbragato un uno scafandro di gommapiuma, è pur sempre in grado di esibire un’agilità e una mimica sorprendenti… per tacere dei suoi magnifici tempi comici.

Accanto a loro un cast complessivamente di buon livello (lodi a Beatrice Baldaccini, Floriana Monici, Riccardo Sinisi, Claudia Campolongo) che diventa debole laddove intervengono attori di colore, che la regia tiene in sottotono e sul fondo del palco, privandosi delle esaltanti doti canore di Helen Tesfazghi.

A fronte di trascinanti musiche arrangiate e dinamicamente dirette dal vivo da Angelo Racz, assistiamo a coreografie di Valeriano Longoni che poterebbero essere più esplosive (l’ensemble ne è capace), ma che non sfigurano tra costumi pop e parrucche iper-cotonate, per fare dello spettacolo un lavoro assai gradevole e divertente. Non fosse che le minimali (parrocchiali?) scenografie rischiano di spingerlo nella geenna delle B-production.