dal: 02-05-2018 al: 13-05-2018
Terminato
Corso di Porta Romana, 63, 20122 Milano
Tel: 02 5518 1377
Orari:

Lunedì: riposo
Mercoledì, giovedì, sabato: ore 20.30
martedì e venerdì: ore 19:30
Domenica: ore 16.00

Prezzi: 13,50 < 34 €

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SCHEDA SPETTACOLO: CHE DISASTRO DI COMMEDIA

Stagione 2017-2018
Di Henry Lewis, Henry Shields, Jonathan Sayer e Traduzione Enrico Luttman
Regia di Mark Bell
Cast Alessandro Marverti, Gabriele Pignotta, Gianluca Ramazzotti, Luca Basile, Marco Zordan, Stefania Autuori, Viviana Colais e Yaser Mohamed
Una produzione AB Management, in collaborazione con Ginevra Media Prod e Opera
Recensione di: Sandro Avanzo Voto 0

The play that goes wrong è il frutto delle brillanti idee di tre comedian inglesi che, nel 2012, hanno testato l’abbozzo del loro lavoro in un teatro da 60 posti all’interno di un pub londinese e lo hanno via via ampliato ed elaborato con un tale riscontro da farne un vero caso internazionale. Una struttura metateatale innesta su una tipica farsa britannica la parodia e lo svelamento/distruzione dei meccanismi comici della farsa stessa: una compagnia di otto attori dilettanti si ritrova impegnata nella recita di un giallo anni Venti, quando sulla scena nulla funziona più e tutto crolla a pezzi. La loro capacità di improvvisazione è messa a dura prova con effetti demenziali: un personaggio dimentica una frase e gli altri proseguono ininterrotti a recitare il copione, due attrici si ritrovano a interpretare in scena lo stesso personaggio rubandosi e raddoppiando le frasi mentre si contendono proscenio e ruolo, in una girandola frenetica di porte che non si aprono, mensole che crollano, oggetti che spariscono per ricomparire nel posto sbagliato, infinite e assurde prove per i paradossali attori travolti da ininterrotti disastri. Un delirio costruito dagli autori con controllata e consapevole ricerca degli effetti comici, ma anche con gustosi riferimenti ai classici dello schermo a cui di continuo si rifanno.

L’allestimento italiano ricalca passo passo la versione originale di Londra; sono gli stessi regia, costumi, scenografia assassina (vera co-protagonista dello spettacolo). E, come a Londra, agli interpreti non viene richiesto di mettere in mostra le proprie capacità espressive (anche se lo fanno egregiamente), ma di saper mantenere la meccanica dei tempi comici e di essere automi in un congegno che è una gioiosa macchina da guerra, così paradossale che fa quasi vergogna riderne tanto. Un solo loro errore e tutto crollerebbe davvero.