dal: 21-02-2017 al: 26-02-2017
Terminato
Via Filodrammatici, 1, 20121 Milano
Tel: 02 3672 7550
Orari:

lunedì/ CHIUSURA
martedì/ 21.00
mercoledì/ 19.30
giovedì/ 21.00
venerdì/ 19.30
sabato/ 21.00
domenica/ 16.00

 

Prezzi: 8 < 20 €

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SCHEDA SPETTACOLO: CESSI PUBBLICI

Stagione 2016-2017
Di Guo Shixing
Regia di Sergio Basso
Cast Cristina Castigliola, Elena Nico, Eva Martucci, Federico Dilirio, Francesco Meola, Lidia Castella, Lucia Messina, Mattia Giordano, Mele Ferrarini e Paolo Mazzanti
Una produzione Teatraz
Recensione di: Fausto Malcovati Voto 1

L’idea è bizzarra: raccontare l’evoluzione di un paese attraverso la trasformazione dei suoi Cessi pubblici. Per noi è preistoria, ma non per la Cina. Guo Shixing, scrittore e drammaturgo cinese, traccia la storia di questa salutare istituzione nel corso di tre anni: 1975, rivoluzione maoista in pieno svolgimento, 1985, tramonto del comunismo e avvio di una nuova era, 1995 esplosione del capitalismo in stile (quasi) occidentale. Ripeto, idea bizzarra. In scena c’è un andirivieni di water, su cui gli attori, rigorosamente in mutande, si siedono allegramente. Ma il pubblico occidentale, italiano, inglese o francese che sia, abituato da più di due secoli al proprio, privatissimo water, fa fatica a capire, immedesimarsi: la situazione non regge. Il cesso pubblico è un lontanissimo ricordo: e anche i pochi vespasiani presenti nelle nostre città dopo la guerra sono spariti. A Pechino invece il cesso pubblico è ancora attuale: si parla, almeno nella prima tranche di spettacolo, 1975, di una parete contro cui si orinava in compagnia, con fetori e lordure conseguenti, e poco cambia nella seconda tranche, dieci anni dopo, 1985, dove un bravo puliscicessi si batte perché la situazione migliori. Lo spettacolo vorrebbe far ridere, ma si ride poco, il carosello dei frequentatori, con le loro storie, le loro vite raccontate a frammenti, le loro esistenze piene di echi storici che noi sappiamo agghiaccianti, vorrebbe essere spassoso, ma in realtà non lo è. Il regista Sergio Basso ha cercato di non storicizzare la storia, di evitare il folklore cinese: ma i personaggi sganciati dal loro ambiente sono poco credibili senza quello specifico contesto, tutto è campato in aria e assume un tono goliardico abbastanza banale. L’andamento clownesco di tutto lo spettacolo fa capire poco del lato grottesco e, in fondo tragico, che c’è nel testo di Guo Shixing: se in una capitale come Pechino, circa quarant’anni fa, si era ancora costretti a pisciare contro un muro, non c’è poi tanto da ridere. La compagnia è abbastanza affiatata e alcuni attori sono anche bravi, per esempio Francesco Meola, il volonteroso puliscicessi, attore che sta dando buone prove, asciutto ed energico, o Cristina Castigliola e Federico Dilirio, ma nel complesso si esce delusi: la Cina è ancora lontana e l’Occidente fa fatica a capirla.