Lunedì-Sabato: ore 21.00
Domenica: ore 16:00
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Note di presentazione
Considerato il Galileo della medicina, per la sua scoperta rivoluzionaria e per l’ostilità che gli procurò la medesima, il dottor Ignaz Semmelweis, è uno di quegli uomini che la storia ha dimenticato, nonostante il suo eroismo, la sua genialità, e la sua dedizione alla vita umana.
Ignac Semmelweis, nei primi anni dell’800, nel cercare di combattere la febbre puerperale, che mieteva decine e decine di vittime nel reparto di ostetricia dell’ospedale di Vienna (più del 20% delle partorienti morivano a causa di una febbre misteriosa ed incurabile), scopre la contaminazione batterica, per pura intuizione, senza l’utilizzo di quei miscroscopi che permetteranno a Pasteur di dimostrare l’esistenza dei batteri.
Semmelweis arriva a questa scoperta solo attraverso l’osservazione empirica, verificando come nel suo ospedale, più che in altri, le puerpere muoiano a causa di febbre post parto, ed incrociando questo dato con il fatto che i medici, dissezionavano i cadaveri nell’attiguo reparto di anatomia, prima di passare a visitare le partorienti.
La sua scoperta, lo porterà a fare una richiesta alle autorità ospedaliere: disinfettarsi le mani, prima di entrare in ostetricia. Questa semplice richiesta, gli arrecherà scherno, odio, e danni alla carriera, fino al suo allontanamento dall’ospedale. Riuscirà dopo anni a riprendere il suo ruolo nell’ospedale di Budapest, ricominciando la sua battaglia, ed anche qui, incontrerà l’ostracismo di una classe medica che considerava offensivo e scandaloso che gli si richiedesse di lavare le mani,
prima di effettuare delle visite. Una vicenda che agli occhi di noi “moderni” sembra assurda e ridicola, se non fosse che fu la causa di morte per migliaia di donne innocenti. Una vicenda che portò Semmelweis a morire pazzo in manicomio, forse a causa delle percosse subite, e che ci ricorda come la Verità emerge sempre ad un prezzo altissimo, tra le coltri dell’ignoranza e della superstizione e che è sempre vero il detto che è infelice quel paese che ha bisogno di eroi.
Lo spettacolo, scritto e rappresentato in forma di monologo, mescola la storia con la scienza, ed è pensato per il pubblico generale del teatro, ma anche per le scuole.