dal: 01-02-2017 al: 12-02-2017
Terminato
Via Tertulliano, 68, Milano
Tel: 02 4947 2369
Orari:

Da mercoledì a sabato ore 21.
Domenica ore 16.30 (maggio e giugno ore 20.30)

Prezzi: 10 < 16 €

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SCHEDA SPETTACOLO: LO SOFFIA IL CIELO. Un atto d’amore

losoffiailcielo-milanoinscena
Stagione 2016-2017
Di Stefano Cordella
Regia di Stefano Cordella
Cast Cinzia Spanò e Francesco Errico
Una produzione TrentoSpettacoli
Recensione di: Diego Vincenti Voto 2.5

La solitudine delle vite disperate. Altro che la sensualità di cui cantava Paolo Conte. C’è qualcosa di struggente nell’anomalo interno familiare di Lo soffia il cielo di Cordella. Dove madre e figlio siedono accanto. Necessari uno all’altra. Ma in realtà da tempo in galassie distanti. Mentre si alternano in monologhi gonfi di rabbia, povertà, dolore. Forse c’è stato un tempo in cui le cose andavano benino. Poi babbo è morto. E a lei è rimasta la disperazione. Al ragazzo la confusione di un’esistenza troppo complicata per la sua testa che perde colpi. Come già successo per il cecoviano Vania (in compagnia dei suoi Oyes), Stefano Cordella non ha paura delle riscritture. Anzi. Qui unendo due distinti lavori di Massimo Sgorbani: Angelo della gravità e Le cose sottili nell’aria. Idea coraggiosa. Divenuta progetto vincitore del Fantasio 2015, ora prodotto da TrentoSpettacoli. Sono Cinzia Spanò e Francesco Errico a portare in scena questa vita bestia, senza speranze né consolazioni. Pronta a degenerare in un finale simbolico, che rimanda a topoi antichi. Si sta male. Pure troppo. Non c’è spazio per la spensieratezza, in questo mosaico drammaturgico che si sviluppa con inattesa naturalezza, pur pagando al suo interno qualche disomogeneità di stile. Dislivelli poetici. Ma è la parola (la sua bellezza) a reggere un lavoro privo di azione, dove il ritmo è segnato dai flash di un televisore acceso sul nulla. Triste come un film su Rete4 la domenica pomeriggio. Un interno familiare, si diceva. Racchiuso dai fari a vista, neanche fosse un set cinematografico. Come ad accentuare una certa claustrofobia dell’anima. Le cicatrici sono una ragnatela d’odio e rassegnazione. Che la Spanò al solito suda fuori con intensità e precisione. Alta qualità. Ma sempre credibile anche Francesco Errico, vestito con la tuta più brutta del centro commerciale. Lo sguardo di chi non capisce. Pronto al prossimo frontale con la vita.