Lunedì-Sabato: ore 21.00
Domenica: ore 16:00
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SCHEDA SPETTACOLO: CREDITORI
“Gli uomini, vivendo insieme, contraggono debiti, e ciascuno ha un debito con la propria natura”. Creditori di August Strindberg è una partitura amara, sorretta da un’analisi profondamente moderna; i dialoghi, fitti e furenti, sono ben inquadrati all’interno della regia pacata di Luigi Guarnieri. Adolf e Gustav, rispettivamente Fabrizio Martorelli e Fabio Banfo, discutono confidenzialmente di Tekla (Monica Faggiani), moglie di Adolf, e del suo mistero sfuggente, poco prima che lei rientri in albergo. La scena è un’unica stanza, la stessa da anni, nella quale si compiono amori e tradimenti, e qui è Banfo a guidare la scena, regalando una recitazione brillante e sarcastica, non serve conoscere il testo per intuire i sottesi del protervo Gustav.
Interessante è la scelta di rendere ostica la superficie del palco, i coperchi metallici che lo ricoprono sembrano voler definire senza scampo lo spazio da cui prendere voce, uno spazio limitato entro cui procedere, un passo dopo l’altro. È Adolf, artista consumato e fragile, l’unico a non riuscire a rispettare quei diametri, incespicando manca ormai di ogni margine all’interno del quale preservarsi, contenendosi. Martorelli dà qui vita a un personaggio nervoso e nevrotico, appassionato e appassionante, mangiato fin nell’ispirazione da Tekla, musa, innesto, malanno. Giusta ed elegante l’interpretazione di Faggiani, ancora, e nuovamente, nei panni raggelati di un personaggio femminile pericoloso, insieme vittima della propria complessità, vanagloriosa e altera, sfacciatamente libera e teneramente amante.
Il gioco dell’ambiguità, misto a un inquietante esercizio di potere incrociato, rende, grazie al cast, meritata giustizia allo spessore di ciascun personaggio. È un rancore capriccioso e meschino il motore della pièce, si esce scossi, sembra una resa dei conti posticcia, a debito saldato ai creditori resta quello stesso vuoto, il bisogno di una nuova vendetta per colmarlo, almeno per un altro po’.