Sala Shakespeare: MAR-SAB: 20:30 / DOM: 16:30
Sala Fassbinder*: MAR-SAB: 21:00 / DOM: 16:00
Sala Bausch: MAR-SAB: 19:30 / DOM: 15:30
*Sala soggetta a cambio d’orari.
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SCHEDA SPETTACOLO: 10 MINIBALLETTI
Chi si chiede come nasca la passione per la danza e per l’ingegnosa ideazione di nuovi dispositivi scenici non dovrebbe perdersi i 10 miniballetti di CollettivOCineticO. Francesca Pennini, fondatrice e anima del gruppo, è da sola in scena per questo suo personale e autobiografico omaggio alla danza, che ripercorre le strutture di brevi composizioni coreografiche passando dalla partitura verbale a quella performativa.
Insieme a lei, un cumulo di piume, un ventilatore e un registratore portatile.
Tutina rossa e calzette sportive, Pennini inizia con l’esecuzione di esercizi preparatori che sembrano traslare nello spazio macchinose indicazioni di movimento e di controllo del corpo sotto forma di ironici esercizi danzati. L’esecuzione di vere e proprie mini-coreografie è al centro della seconda parte dello spettacolo: in body nero, la danzatrice dà ancora una volta dimostrazione del passaggio dalla parola al gesto, aprendo alle più svariate possibilità interpretative. Il punto di partenza è un suo quaderno di quando era bambina, su cui appuntava coreografie pensate a tavolino su corpi immaginari, spostamenti nello spazio e strampalate indicazioni di movimento. Un’articolazione adulta del pensiero che CollettivOCineticO rivela in tutte le creazioni, fin dagli esordi, come le cinque regole per eseguire una buona coreografia, o le istruzioni per un buon riscaldamento (e Pennini, in scena, lo esegue tutto nella stessa posizione, sdraiata sulla schiena mentre parla a un microfono).
In questi 10 miniballetti ritroviamo la dimensione ludica e la sapiente articolazione di dispositivi performativi, nel contrasto tra il rigore della regola e l’imprevedibilità dell’interpretazione.
Una vera e propria danza, allora, può anche essere quella tra un drone e un mucchio di piume che, agitate in volo, vanno a ridisegnare lo spazio scenico. Francesca Pennini misura il palco con il conteggio dei respiri, con le “strutture preparatorie”, con le possibili variazioni date alle partiture di movimenti. E lo fa con la precisione e la capacità tecnica di una danzatrice che sembra poter scomporre l’anatomia del corpo umano, avvicinandosi con grazia ai limiti del contorsionismo. Dimostrando che un balletto si può fare con pochi passi e che, per liberare la magia, può bastare un salto.