dal: 04-10-2017 al: 08-10-2017
Terminato
Viale Emilio Alemagna, 6, 20121 Milano
Tel: 02 72434258
Orari:

giovedì-mercoledì-venerdì-sabato ore 20:00

domenica ore 16:00

Prezzi: € 22-11 + prevendita €

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SCHEDA SPETTACOLO: VISION DISTURBANCE

Stagione 2017-2018
Di Christina Masciotti
Regia di Richard Maxwell
Cast Jay Smith e Linda Mancini
Una produzione New York City Players - American Playwrights Division
Recensione di: Francesca Serrazanetti Voto 0

 

Non riuscire a percepire la profondità di campo: è questo il problema di Mondo, una donna greca immigrata negli Stati Uniti. La distorsione della visione le provoca forti mal di testa, preoccupazioni, problemi di movimento, ma è l’intera realtà a disorientarla e a sembrarle piatta. La cura sta probabilmente in un cambiamento di visione di se stessa: in un momento di forte crisi e trasformazione, il senso della vista acquisisce un evidente valore simbolico.

Gli incontri tra Mondo e il dottor Hull, il suo oculista, sembrano sedute di analisi più che visite mediche: lei confida a lui le difficoltà del divorzio che sta affrontando, lui le suggerisce strategie per arginare lo stress e la incoraggia ad ascoltare musica classica. Nel dolore della separazione emergono la nostalgia della propria terra, le mancate illusioni del sogno americano. Nelle rispettive solitudini e sofferenze, i due si trovano presto in una dimensione di empatia.

Richard Maxwell, che incontra in questo spettacolo, ospite alla Triennale Teatro dell’Arte di Milano, la scrittura di Christina Masciotti, alterna il dialogo alla confessione diretta al pubblico. La sua direzione accompagna gli attori in un continuo dentro/fuori dal personaggio, in un minimalismo interpretativo che fa emergere progressivamente le rispettive inte- riorità, colmando un cauto distacco. Ma è proprio questo minimalismo, apparentemente asettico, a catalizzare l’attenzione, portando l’accento su semplici gesti e sguardi che si innestano nello spazio-tempo dello spettatore con pause dai tempi comici, per certi versi televisivi, surreali e stranianti.

La scenografia è semplice ma efficacissima nel seguire la partitura del dramma: i movimenti delle sedie regolano la relazione tra i due personaggi, in uno spazio scenico definito da due piani di legno, uno orizzontale e uno verticale. Complice è la vicinanza con il pubblico, seduto su una tribuna montata sul palco del teatro e rivolta verso la platea: quando il fondale si alza sul finale, lo sguardo dello spettatore recupera la profondità di campo proprio come accade a Mondo e invade la sala del teatro. E la distorsione della visione si rivela come niente altro se non l’incapacità di guardare il verso giusto delle cose.