dal: 13-11-2018 al: 03-12-2018
Terminato
Via Rivoli, 6, Milano
Tel: 848 800 304
Orari:

Salvo diversa indicazione, gli orari degli spettacoli al Piccolo sono: martedì, giovedì e sabato, 19.30; mercoledì e venerdì 20.30; domenica 16.

Prezzi: 12 < 32 €

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SCHEDA SPETTACOLO: UOMINI E NO

Stagione 2018 -2019
Di Michele Santeramo
Regia di Carmelo Rifici
Cast Alfonso De Vreese, Annapaola Trevenzuoli, Benedetto Patruno, Caterina Filograno, Elena Rivoltini, Francesco Santagada, Giuseppe Aceto, Leda Kreider, Livia Rossi, Marco Risiglione, Martina Sammarco, Matteo Principi, Sacha Trapletti, Salvo Drago, Ugo Fiore e Yasmin Karam
Una produzione Piccolo Teatro Di Milano - Teatro D’Europa
Recensione di: Mario Bianchi Voto 3.5

La scena è dominata da binari su cui si muovono le due sezioni dello scheletro di un tram, uno di quelli che attraversavano Milano negli anni della fine della guerra. Sotto quei binari si intravede una profonda buca, simbolo inequivocabile di bui sotterranei, luoghi adibiti a inenarrabili sofferenze. Ma è soprattutto sulle piattaforme del tram, che Carmelo Rifici ha immaginato il racconto corale, traslato dalla drammaturgia di Michele Santeramo del capolavoro di Elio Vittorini del 1945, Uomini e no. Vittorini lo scrive quasi in tempo reale, mentre Milano, pervasa da un clima di violenza, presidiata dalle forze militari tedesche, era attraversata dalle pulsioni di libertà di piccole brigate di resistenza, auto-organizzate da un gruppo di giovani che combattevano per liberare il proprio Paese. Lo spettacolo, nel solco del libro di Vittorini, ci riporta in quegli anni cruciali, esemplificando in modo fervido il connubio tra piccola e grande storia, grazie anche ad attori della stessa età dei personaggi che, aldilà della evidente inesperienzascenica, aderiscono perfettamente all’emotività dei loro “doppi”, riportandoci appieno le ragioni di quella rivolta. Sono i diplomati della Scuola del Piccolo Teatro, diretta ora dallo stesso Rifici, che, davanti all’orrore degli aguzzini, rivolgendosi al pubblico, urlano le stesse domande strazianti di allora volte a stigmatizzare una violenza bestiale tra uomo e uomo. E il cuore dello spettacolo sta infatti quasi alla fine, nel confronto tra il carnefice fascista Cane Nero che afferma sprezzante l’“umanità” della propria violenza, e il partigiano Enne 2, che gli grida in faccia il suo no, perché chi si macchia di tali nefandezze, non può far parte del consesso degli uomini. Piano piano, soprattutto nella seconda parte, la rivisitazione pensata da Rifici di un pezzo della nostra storia, che non deve essere dimenticato, prende nel complesso forma efficace, anche grazie alle scene di Paolo Di Benedetto e ai costumi di Margherita Baldoni.