dal: 08-05-2018 al: 13-05-2018
Terminato
Via Filodrammatici, 1, 20121 Milano
Tel: 02 3672 7550
Orari:

lunedì/ CHIUSURA
martedì/ 21.00
mercoledì/ 19.30
giovedì/ 21.00
venerdì/ 19.30
sabato/ 21.00
domenica/ 16.00

 

Prezzi: 8 < 20 €

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SCHEDA SPETTACOLO: THE EFFECT

Stagione 2017-2018
Di Lucy Prebble
Regia di Silvio Peroni
Cast Alessandro Federico, Alessia Giangiuliani, Fabrizio Falco e Sara Putignano
Una produzione Associazione Capotrave, Pierfrancesco Pisani e Progetto Goldstein
Recensione di: Marco Menini Voto 0

Ci sono spettacoli la cui durata percepita supera di gran lunga quella effettiva. È il caso di The effect, che annovera tra i protagonisti Fabrizio Falco, Premio Ubu 2015 come miglior attore under 35.

In una clinica dove si sperimenta un farmaco antidepressivo, si incrociano le difficili storie d’amore tra due giovani pazienti cavie, le cui azioni e reazioni sono monitorate fino allo sfinimento e quella drammatica, svelata progressivamente, tra due medici, una donna integerrima e l’affermato primario responsabile dell’esperimento. Quest’ultimi sono accomunati da un passato tragico e difficile. La donna, depressa da anni, rifiuta l’aiuto dell’uomo, che finisce con l’inserirla di nascosto nella sperimentazione.

Una prima parte ironica e viva, lascia il posto a una deriva “enfatica” che ci conduce al drammatico finale, dove la regia di Silvio Peroni “esaspera” il lato straziante della vicenda. La regia e la prova d’insieme dei protagonisti sembrano trovare raramente vie d’uscita, troppo preoccupati nel voler a poco a poco portare l’attenzione sull’emergere delle fragilità, complessità e difficoltà insite nelle storie d’amore.

La scenografia essenziale fissa e statica, due lettini e due schermi sullo sfondo, accresce il retrogusto amaro di pesantezza. I dialoghi, che dovrebbero essere la forza del lavoro risultano poco snelli e diventano via via impegnativi per chi assiste.

Si giunge provati al rapido susseguirsi dei brevi quadri conclusivi. In tal modo il testo dell’autrice britannica Lucy Prebblevincitore del Critics’ Circle Award 2013 – finisce con l’essere ostico se non macchinoso.