dal: 04-11-2016 al: 20-11-2016
Terminato
Via Privata Hermada, 8, 20162 Milano
Tel: 02 6420761
Orari:

Martedì – sabato ore 20.30
Domenica ore 17.00
Lunedì riposo

Da maggio:

Lunedì – sabato ore 20:30, Giovedì ore 19.30, Domenica riposo

Prezzi: 9 < 15 €

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SCHEDA SPETTACOLO: LA MOLTO TRAGICA STORIA DI PIRAMO E TISBE CHE MUOIONO PER AMORE

Stagione 2016-2017
Di Renato Sarti
Regia di Renato Sarti
Cast Elena Novoselova, Federica Fabiani, Marta Marangoni, Milvys Lopez Homen, Rossana Mola e Rufin Doh Zéyénouin
Una produzione Teatro della Cooperativa
Recensione di: Arianna Lomolino Voto 2.5

La molto tragica storia di Piramo e Tisbe che muoiono per amore, in scena al Teatro della Cooperativa, scritto e diretto da Renato Sarti, si mostra come un lavoro di un’immaginazione frizzante, molto liberamente ispirato a Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare.
Il rovesciamento delle attese è garantito fin da un esordio poco convenzionale, che mantiene accese le luci di sala e che vede entrare gli attori dallo stesso ingresso da cui sono entrati gli spettatori.
È una piccola babele, nella quale l’africano è il leghista imprenditore con una buffa inflessione lombarda, ed è proprio dalle variopinte ed eterogenee dipendenti della sue impresa di pulizie che ha inizio una recita spassosa. L’attenzione dedicata a ogni personaggio è fortemente dettagliata: ciascuno nell’emergere, rumorosamente, tenta di affermarsi sugli altri. Il mito di Piramo e Tisbe è infatti il pretesto per parlare del teatro come comunità che fonde origini, linguaggi, ideali: un punto di vista che ne accomuna diversi quello della Molto tragica storia, che ha molto poco di tragico, e che con leggerezza e ironia porta sul palcoscenico il gusto di fare teatro,anche disfandolo, entrando a fondo in una parte.
Uno spettacolo colorato, preciso nella messa in scena e negli intenti, una nota particolare va ai costumi, perfettamente calzanti con la cifra ilare del testo.
Bisogna anche dire, però, che a costo di garantirsi il consenso del pubblico l’autore si sia lasciato andare alla facilità di battute banali, delle quali la riuscita dello spettacolo potrebbe non avere alcun bisogno, essendo la risata già garantita.