dal: 02-02-2018 al: 03-02-2018
Terminato
Viale Emilio Alemagna, 6, 20121 Milano
Tel: 02 72434258
Orari:

giovedì-mercoledì-venerdì-sabato ore 20:00

domenica ore 16:00

Prezzi: € 22-11 + prevendita €

Calcola percorso

SCHEDA SPETTACOLO: ROBINSON

Stagione 2017-2018
Regia di coreografia di Michele Di Stefano
Cast Andrea Dionisi, Biagio Caravano, Con Philippe Barbut, Francesco Saverio Cavaliere, Laura Scarpini, Marta Ciappina e Musiche di Lorenzo Bianchi Hoesch
Una produzione MK e Teatro di Roma
Recensione di: Michele Pascarella Voto 0

Nel 1967 Michel Tournier ha scritto Venerdì o il limbo del Pacifico, riprendendo il romanzo Robinson Crusoe di Daniel Defoe del 1719. Il protagonista del libro di Tournier, non è un colonizzatore, ma uno sperduto naufrago che fa esperienza di un modo più indifeso di stare nel mondo. La prospettiva di Tournier rappresenta una nuova occasione per indagare l’esotico, l’incontro con il «non-io» e il rapporto natura/cultura, topoi di molti lavori del coreografo Michele Di Stefano degli ultimi anni (vale ricordare almeno Il giro del mondo in 80 giorni, Quattro danze coloniali viste da vicino e Impressions d’Afrique). Robinson propone una nitida contrapposizione. Alcune figure abitano lo spazio, inizialmente vuoto, muovendosi freneticamente su traiettorie e binari che costringono i loro reiterati e spigolosi disegni cinetici. Al loro agire ossessivo fa da controcanto un placido ed enigmatico indigeno, con il corpo dipinto di giallo e di nero. Egli si sdraia, aspetta, osserva, raccoglie lentamente sassi da terra, esce di scena. Di tanto in tanto rientra, guarda i danzatori e il pubblico e se ne va. Un passaggio de Il crudo e il cotto di Claude Lévi- Strauss sintetizza con efficacia una delle possibili necessità di questa antitesi e, più in generale, della ricerca “antropologica” di Michele Di Stefano e compagni: «Solo il viaggio è reale, non la terra, e le rotte sono sostituite dalle regole di navigazione». Il finale di Robinson è da manuale: dal cielo piovono di colpo centinaia di fiori, veri e colorati, il cui profumo arriva forte in sala. Molti coprono il pavimento, altri restano appesi, sospesi a mezz’aria. La natura occupa per intero il volume dello spazio scenico. Non c’è più posto per la danza. Fine.