Gli Oblivion sono oramai una certezza nel panorama teatrale e hanno un pubblico entusiasta di tutte le età che li segue da tempo.  I cinque attori-cantanti sono abilissimi nello spaziare dalla recitazione al canto, alla costruzione di parodie di celeberrime canzoni, scelte anche improvvisando in base alle richieste del pubblico in sala.
Infatti gli Oblivion in The Human jukebox propongono esilaranti parodie, utilizzando semplici oggetti scenici, parrucche e qualche costume per creare nuove divertenti versioni delle canzoni. Dopo un’eccezionale sintesi di tutte le canzoni vincitrici del festival di San Remo in un’unica canzone di cinque minuti, si passa a una parodia de Il volo in cui i tre tenori si esibiscono con grandi bavaglini e il loro vocione. Si apre poi il momento del jukebox: dopo aver chiesto al pubblico in sala di scrivere bigliettini con il nome del proprio cantante preferito, procedono all’estrazione. Ogni sera, così, si assiste a uno spettacolo diverso a seconda del cantante che viene selezionato; Renato Zero, Tiziano Ferro, Nek, Vasco Rossi, addirittura il tenore Enrico Caruso. Mai paghi delle loro invenzioni contaminano generi tra loro diversi: il gospel e Povia, il rock e Gianni Morandi, i cori alpini e Pino Daniele e, dopo essere scesi tra il pubblico improvvisano conzoni.
Si calano nei panni di Albano e Romina, Pupo, Umberto Tozzi, I ricchi e poveri, caratterizzandoli con semplici elementi, cambiando i testi delle canzoni per raccontarne a modo loro le storie. Mostrano le carriere dei vincitori di X Factor, come Giusi Ferreri, Noemi, Marco Mengoni, Elisa. Vivacità, duttilità, ritmo, preparazione vocale, mimica azzeccata sono i veri ingredienti del successo degli Oblivion e della riuscita dei loro spettacoli.