dal: 28-11-2018 al: 02-12-2018
Terminato
Viale Emilio Alemagna, 6, 20121 Milano
Tel: 02 72434258
Orari:

giovedì-mercoledì-venerdì-sabato ore 20:00

domenica ore 16:00

Prezzi: € 22-11 + prevendita €

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SCHEDA SPETTACOLO: NETTLESS

Stagione 2018 -2019
Di Simona Gonella
Regia di Cristina Galbiati e Ilija Luginbühl
Una produzione LuganoInScena e Trickster-p
Recensione di: Roberto Rizzente Voto 2.5

Ha origine da un episodio autobiografico, legato all’ortica (“nettle”, in inglese), l’ultimo lavoro della compagnia svizzera Trickster-p. Di qui, il titolo, Nettless, al plurale per universalizzare l’esperienza. Già perché, scopo dell’opera, è quello di stimolare i ricordi e le riflessioni dello spettatore, a partire da un pugno di suggestioni.
Non ha, Nettless, una struttura “chiusa”, drammatica secondo le regole classiche, fondata su di un conflitto, con la ripartizione in antefatto, climax, ed epilogo, con tanto di personaggi, azioni e interpreti, ma è un insieme aperto di “stazioni”, stanze buie entro le quali lo spettatore è chiamato a vagare, in completa solitudine. Ecco, allora, evocati dalla voce in cuffia, col conforto di alcuni oggetti – uno specchio, un modellino, scarpe, un letto, abiti, sedie, un orologio, un cellulare, occhiali, un cellulare, una stilografica – il resoconto del timore infantile di cadere dal seggiolino di una funivia, il ricordo di un cane annegato, dei cervi volanti trafitti da uno spillo, del padre morto.
Siamo, dunque, oltre il teatro: se in altri lavori della compagnia svizzera, dalla struttura per certi versi simile, come in h.g., rimaneva un plot, una concatenazione tra le stanze, finalizzata all’agnizione, qui tutto è azzerato, non c’è nessun mistero da svelare, tutto è demandato alla memoria e alla capacità percettiva dello spettatore. È un grado neutro di espressione, la compagnia si limita a moltiplicare immagini di vita e di morte, è dentro la psiche dello spettatore che il “montaggio”, e quindi l’eventuale conflitto, deve accadere. La sfida, indubbiamente, è interessante perché, come in molto teatro contemporaneo, mette al centro lo spettatore. Lo responsabilizza, affidandogli il compito di tessere le fila della drammaturgia. È proprio dal suo grado di coinvolgimento, dall’investimento creativo, persino dallo stato d’animo, che dipende il successo o meno dell’esperienza. Con buona pace della critica.