dal: 18-10-2018 al: 28-10-2018
Terminato
Corso Magenta, 24, 20123, Milano
Tel: 02 8645 4546
Orari:

(salvo diversa indicazione)
Sala Teatro Litta
lunedì riposo
martedì, mercoledì, giovedì, venerdì, sabato ore 20:30
domenica ore 16:30

 

Prezzi: 10 < 21 €

Calcola percorso

SCHEDA SPETTACOLO: L’insonne

Stagione 2018 -2019
Di Claudio Autelli e Raffaele Rezzonico
Regia di Claudio Autelli
Cast Alice Conti e Francesco Villano
Una produzione LAB 121
Recensione di: Laura Bevione Voto 3

 

Ispirato a Ieri, ultimo romanzo di Agota Kristof, L’insonne, spettacolo diretto da Claudio Autelli è una concentrata esplorazione della mente tormentata e frammentata del protagonista Tobias/Sandor. La dimensione di onirica irrealtà in cui si dipana la narrazione è visivamente suggerita dal carattere essenziale e intimistico dello spazio scenico – una sorta di cubo racchiuso da impalpabili tende e arredato con pochi mobili e oggetti a evocare una povera stanza – così come dal reiterato ricorso alle tecniche del teatro d’ombre.
Appare dunque evidente che quanto accade sulla scena non è altro che lo straziato flusso dei ricordi, ognora più appannati e incerti, che inonda senza requie la memoria del protagonista, un uomo segnato da un’infanzia dolorosa – la madre prostituta, la povertà, il tentato assassinio del maestro, suo illegittimo padre – e immerso in un presente di abulica insoddisfazione in quanto esule in un paese straniero. Una luce di speranza si accende allorché Tobias/Sandor fortuitamente ritrova Line, sua sorellastra ma soprattutto aggraziata incarnazione di un amore puro e ideale.
Un sentimento utopistico e dunque destinato a un amaro fallimento, esito che pare inesorabilmente contraddistinguere l’esistenza del protagonista, cui Francesco Villano attribuisce accenti di eroica disperazione subito soppiantati da amara consapevolezza del nulla – emozionale e morale – che lo circonda. Accanto a lui la nero-vestita Alice Conti che è Line – ma anche l’infelice madre di Tobias/Sandor: l’attrice offre il ritratto di una giovane donna in fondo rassegnata al destino che estrazione sociale e nazionale già hanno per lei cesellato. Autelli, disincantato, tratteggia dunque un mondo dove non c’è spazio né per la speranza né tantomeno per gli inganni che la memoria, benevola, talvolta offre: l’interminabile sogno a occhi aperti de L’insonne, Tobias/Sandor non è, infatti, che l’incubo di un’esistenza consegnata da sempre all’ombra e all’oscurità.