dal: 21-03-2017 al: 02-04-2017
Terminato
Via Pier Lombardo, 14, 20135 Milano
Tel: 02 599951

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SCHEDA SPETTACOLO: L’APPARENZA INGANNA

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Stagione 2016-2017
Di Thomas Bernhard
Regia di Federico Tiezzi
Cast Massimo Verdastro e Sandro Lombardi
Una produzione Associazione Teatrale Pistoiese, Centro di Produzione Teatrale e Compagnia Lombardi Tiezzi
Recensione di: Claudia Cannella Voto 4

L’apparenza che inganna è quel reticolo di forme perfette, di algido perbenismo borghese che permea i comportamenti di molti personaggi bernhardiani, grandi nevrotici e solitari ipocondriaci che tentano ossessivamente (e invano) di conciliare la realtà con la loro personale rappresentazione del mondo. E non è un caso che questi siano di frequente attori o performer di altre arti, spesso vicine al circo o al varietà. Come Karl e Robert, i due fratelli protagonisti de L’apparenza inganna (1983), il primo ex giocoliere e il secondo ex attore, i quali, ogni martedì e giovedì, si scambiano spigolose visite di apparente cortesia, in realtà spunto per rintuzzare continuamente le reciproche incomprensioni e frustrazioni. Karl, rimasto vedovo da poco della moglie Mathilde, che però ha lasciato la casa di campagna in eredità a Robert, ama Schönberg e Voltaire ed è di una precisione maniacale. Robert invece predilige Brahms e Marlene Dietrich e, dopo un successo giovanile nel Torquato Tasso di Goethe, si accanisce ora, senza riuscirvi, nell’imparare a memoria la parte di Lear. Provengono da una famiglia borghese che, se è stata poi “tradita” nelle scelte professionali, si riflette invece nell’arredamento dei loro due appartamenti, di sobria eleganza il primo, un po’ barocco il secondo in perfetta sintonia con le rispettive personalità. Non succede niente, come sempre in Bernhard, se non ossessive variazioni su temi futili che nascondono abissi di solitudine incolmabile. Non è uno dei capolavori dell’autore austriaco? Forse, ma è comunque affascinante l’ottima prova attorale di Sandro Lombardi, puntuto nella partitura gestuale, nei ritmi e nelle pause, asettico e anaffettivo così come invece il fratello-spalla Robert (Massimo Verdastro) è cialtrone e malinconicamente melò. Il curatissimo spettacolo creato da Federico Tiezzi ritorna alla sua intrigante forma originaria (Premio Ubu alla regia nel 2000), in cui il pubblico, partecipando attivamente al disegno registico, si spostava da un appartamento all’altro, seguendo le reciproche visite dei due fratelli. La messinscena orchestrata da Tiezzi è di algida raffinatezza, “bernhardianamente” pedante e attenta al dettaglio che può essere, così come il suo esatto opposto (la visceralità un po’ slabbrata di Carlo Cecchi o Gianrico Tedeschi), una delle chiavi di rappresentazione, non senza venature di stralunata comicità, del teatro del grande autore austriaco.