dal: 23-05-2018 al: 11-06-2018
Terminato
Via Gaudenzio Ferrari, 11, 20123 Milano
Tel: 02 832 3156
Orari:

Lunedì, giovedì, venerdì h. 21.00 (riposo martedì).

Mercoledì, sabato h. 19.30.

Domenica h. 17.00.

Prezzi: 9 < 18 €

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SCHEDA SPETTACOLO: ERODIÀS

Stagione 2016-2017 e 2017-2018
Di Giovanni Testori
Regia di Renzo Martinelli
Cast Federica Fracassi
Una produzione Teatro i - Milano
Recensione di: Claudia Cannella Voto 2

Le premesse erano interessanti. Il temperamento attorale di Federica Fracassi poteva essere l’ideale trait d’union fra l’algida eleganza di Sandro Lombardi e la visceralità di Arianna Scommegna. Tanto per citare i due più significativi interpreti dei Lai testoriani. Dei tre lamenti sul corpo dell’amato – Cleopatra sul corpo di Antonio (Cleopatràs), Erodiade su quello di Giovanni Battista (Erodiàs) e la Madonna su quello di Cristo (Mater Strangosciàs) – scritti da Giovanni Testori all’inizio degli anni Novanta, poco prima di morire, sceglie il secondo, il più violento. È la storia di un amore non corrisposto che diventa ossessione, vendetta e disperazione. Federica Fracassi è infatti Erodiade, concubina del tetrarca Erode, perdutamente innamorata del profeta Giovanni Battista, che la respinge e disprezza. Convincerà la figlia Salomè a danzare per Erode, chiedendogli in cambio la testa dell’uomo. Poi il tardivo pentimento, il tentativo di suicidio, il vuoto interiore.
Immersa in una sorta di delirio, Erodiade rievoca l’atroce vicenda rivolgendosi alla testa mozzata del profeta. Un’impervia e ammirevole prova d’attrice, quella della Fracassi, anche in virtù della carnale e impetuosa lingua testoriana, dove si impastano arcaismi, latino, dialetti lombardi, francese, spagnolo, prosa e versi.
E proprio per la densità dell’impianto linguistico-drammaturgico, forse non c’era bisogno di grandi orpelli di messinscena né di accumulare una pluralità di segni che ben poco ci azzeccano gli uni con gli altri. Questo invece ha fatto Renzo Martinelli che, quasi non si fidasse della potenza del testo, ha infarcito la sua regia di un bric à brac senza capo né coda – protesi falliche, scatola scenica in plexiglas trasparente, barba del profeta indossata da Erodiade, manichino in abiti settecenteschi, un tappeto sonoro davvero molesto – che va a complicare anche solo la banale comprensione della vicenda.
Sarebbe bastata quella barba rossa sul viso della Fracassi, metà Erodiade e metà Giovanni Battista, a dare un segno forte e inusuale alla sue rilettura. Invece tanto talento d’attrice sprecato e un incontro mancato. Quello con Giovanni Testori.