Calcola percorso
Potrebbe interessarti anche
IL FU MATTIA PASCAL
SHYLOCK – io non sono come voi
LA CONFESSIONE
IL TOPO DEL SOTTOSUOLO
SCHEDA SPETTACOLO: IVAN E IL DIAVOLO. il mistero del doppio nei fratelli Karamazov
UN DOSTOEVSKIJ TUTTO DA RIDERE
C’è un legame forte tra Alberto Oliva e Dostoevskij. Puntualmente, negli intervalli di tempo tra una produzione e l’altra, con la sua compagnia I Demoni, in sodalizio con Mino Manni, egli torna all’autore prediletto.
La fonte, questa volta, è il celebre passo dei Fratelli Karamazov in cui Ivan, l’intellettuale, incontra il diavolo. Non il diavolo della tradizione, spaventoso, blasfemo, ma un diavolo goffo, stupido e pasticcione. Quasi insignificante, banale nella sua ordinarietà. Merito di Oliva è quello di aver colto questo dato essenziale. C’è qualcosa di irresistibilmente comico nel dialogo a due tra Ivan e il diavolo. I loro battibecchi, in un contesto scevro di ogni orpello, non lontano dalle atmosfere dark di altre prove del regista, ricordano le comiche, più che il conte philosophique.
Parlano, sì, dei massimi sistemi, ma senza rinunciare allo spettacolo. E bravo è Mino Manni a tenere botta, oscillando con sin troppa sicumera tra un registro e l’altro, il comico e il tragico, rimbrottando Ivan e trascinandolo sulle note del Mambo N. 5.
Si sarebbe, forse, potuto calcare di più sul pedale della farsa, rimpolpando e innovando le situazioni. E approfondire, di converso, il personaggio di Ivan, la “spalla”, qui ridotta al ruolo di comprimario, troppo esemplare per risultare interessante. Ma lo spettacolo fila veloce. Mescola liberamente passi diversi del romanzo, si ancora a un punto (la profanazione dell’infanzia) e lo attualizza al presente, con la citazione della strage di Beslan. Fino al finale, spassoso e divertito.