dal: 03-11-2016 al: 13-11-2016
Terminato
via Ulisse Dini 7, 20142 Milano
Tel: 02 36503740
Orari:

Martedì-sabato ore 20:45

Domenica ore 17:00
Lunedì riposo

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SCHEDA SPETTACOLO: INTERNI SCESPIRIANI

Stagione 2016-2017
Di Alfonso Santagata
Regia di Alfonso Santagata
Cast Alfonso Santagata, Anna Chiara Fenizi, Julia Marocco Esteves, Massimiliano Poli e Silvia Franco
Una produzione Katzenmacher
Recensione di: Ilaria Angelone Voto 3.5

 

Gertrude è una bella signora che invoca il marito morto (“parlaci tu, con Amleto”) perché intervenga con un figlio difficile; Regana e Gonerilla, gemelle diverse, parlano all’unisono e fanno le parrucchiere. Vivono tutti nello stesso condominio, via Manzoni 44, con Antonio che, dal Macbeth, si trasferisce nella portineria del palazzo e Calibano, orfano della sua isola, a far da amministratore. Questi gli abitanti degli Interni scespiriani di Alfonso Santagata. Un condominio perbene, dove mal si tollerano la libertà sessuale di Gertrude, il suo cane che abbaia di notte e dove tutti sembrano mancare di qualcosa, mossi da una fame di successo, di riscatto materiale. E così, la trista madre di Calibano ripete ossessivamente che suo figlio è “padrone” di un’isola, Gonerilla e Regana rispondono che anche loro, sì, sono “padrone” dell’eredità paterna. Si spiano, si desiderano anche, come esseri umani qualunque che annaspano per emergere dalla mediocrità (o dall’oblio).

È un’operazione di chimica teatrale quella concepita da Alfonso Santagata sui personaggi shakespeariani, sottoposti a un processo metabolico in cui vengono fatti reagire all’interno di uno spazio chiuso, controllato, ricombinandosi in nuove sostanze. Così Calibano cessa d’essere l’uomo primitivo, indossa giacca e cravatta e studia per fare l’amministratore, ma ciò che brama è tornare padrone dell’isola. Sbircia Gertrude da dietro la sua scrivania e la desidera, mentre Regana e Gonerilla, tra lacche e parrucche da cotonare, anche loro desiderano all’unisono Calibano e la sua isola. Interagendo fra loro, i personaggi shakespeariani liberano nuova vita, raffinano il loro essere e gettano luce sull’umanità presente, agitata, ossessionata quasi dall’ansia del potere, del possesso, della “roba”. Programmatica, in questo senso, la scena iniziale, dove Antonio (lo stesso Santagata, ruvido e terrigno), guardiano alle porte dell’inferno, vi introduce tre ombre – un fattore e un sarto che rubano sul pane e sulla stoffa, Equivocos che mistifica la verità – personaggi simbolici dell’avidità senza regole.

Essenziale la scena: senza cedere al minimalismo, concentra l’azione intorno a pochi elementi (la scrivania vagamente art deco, il negozio con tanto di poltroncina, casco e parrucche) collocati in uno spazio nero, punti luminosi dove i personaggi agiscono avvolti dal buio. Perfetti in questo impianto registico Anna Chiara Fenizi, Silvia Franco, Julia Marocco Esteves, nei panni dei personaggi femminili e Massimiliano Poli, in quelli inquieti di Calibano.