dal: 05-04-2018 al: 07-04-2018
Terminato
Via Filodrammatici, 1, 20121 Milano
Tel: 02 3672 7550
Orari:

lunedì/ CHIUSURA
martedì/ 21.00
mercoledì/ 19.30
giovedì/ 21.00
venerdì/ 19.30
sabato/ 21.00
domenica/ 16.00

 

Prezzi: 8 < 20 €

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SCHEDA SPETTACOLO: IMMACOLATA CONCEZIONE

Stagione 2017-2018
Di da un’idea di Federica Carruba Toscano e drammaturgia di Joele Anastasi
Regia di Joele Anastasi
Cast Alessandro Lui, Enrico Sortino, Federica Carruba Toscano, Ivano Picciallo e Joele Anastasi
Una produzione coproduzione con Vuccirìa Teatro e in via di definizione
Recensione di: Giusi Zippo Voto 0

In una Sicilia rurale sospesa nel tempo, ma che un audio di repertorio colloca alla vigilia della seconda guerra mondiale, si consuma il destino d’una giovane donna “babba”, barattata dal padre con una capra gravida e affidata alla tenutaria del bordello del paese.

“Parla poco ed è ubbidiente, sarà remissiva e non creerà problemi” sono le parole, pronunciate in vernacolo dal padre per poter concludere l’affare. Donna Anna la accoglie e la indottrina sulle regole della casa, Immacolata diventa così una “signorina”, la più richiesta di tutte. La sua fama invade il paese, di lei si raccontano gesta mirabolanti, per lei gli uomini perdono la testa. Ma non è il sesso a fare di Immacolata la puttana più desiderata del bordello.

Immacolata ascolta i suoi clienti, con loro parla, ride, gioca, convinta che sia questo “fare l’amore” e stupita che la cosa provochi così tanto scalpore. Immacolata è vergine ma viene stuprata con rabbia e disperazione da un giovane che, innamoratosi di lei, non vuole più dividerla con alcuno. Immacolata non ha la minima percezione dell’oltraggio subito, accetta come un dono la gravidanza che ne consegue, scappa con l’uomo che l’ha violentata e muore dando alla luce il bambino, diventando così una santa.

Lo spettacolo pur avendo motivi di fascino presenta delle debolezze, concepito com’è in forma di favola con tanto di morale: la purezza di Immacolata s’imprimerà nella memoria collettiva continuando a generare amore. La storia si snoda agilmente con una scenografia essenziale: un baldacchino ricrea all’occorrenza gli spazi del bordello, la canonica nella quale la protagonista trova rifugio dopo lo stupro e la capanna dove la conduce Turiddu; il resto del palcoscenico rinvia al paese. Ad accompagnare il racconto della parabola terrena di Immacolata, interpretata da una troppo ieratica Federica Carrubba Toscano, la leggenda di Colapesce che si immola per sorreggere la Sicilia. Le forzature sembrano un po’ troppe: poco calzante l’accostamento con la leggenda, pretestuosa la contestualizzazione storica che eleva Immacolata a simbolo della speranza in un’epoca che apriva scenari apocalittici. L’insistere su una purezza anche sessuale è davvero poi smodato, per non dire ingenuo e alquanto inutile.