dal: 29-01-2019 al: 03-02-2019
Terminato
Via Rivoli, 6, Milano
Tel: 848 800 304
Orari:

Salvo diversa indicazione, gli orari degli spettacoli al Piccolo sono: martedì, giovedì e sabato, 19.30; mercoledì e venerdì 20.30; domenica 16.

Prezzi: 12 < 32 €

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SCHEDA SPETTACOLO: Iliade, mito e guerra

Stagione 2018 -2019
Di Giovanna Scardoni
Regia di Stefano Scherini
Cast Nicola Ciaffoni
Una produzione Piccolo Teatro Di Milano - Teatro D’Europa
Recensione di: Mario Bianchi Voto 3

L’Odissea di Omero è stato un poema che ha sempre affascinato attori e registi di tutto il mondo   per la quantità di avvenimenti meravigliosi, pieni di suggestioni, che il viaggio di Ulisse verso Itaca  contiene in sé. La stessa cosa non è avvenuta di converso per l’altro capolavoro omerico sulla guerra di Troia,  l’Iliade, troppo pieno forse di sangue e di battaglie, anche se a ben vedere, tra le pieghe dei sublimi versi omerici, molte sarebbero le occasioni di fascinazione emotiva per un pubblico sia di adulti che di ragazzi.
L’Associazione Culturale Mitmacher invece ha in questo senso scelto coraggiosamente di narrare in teatro la grande epopea epica della Guerra di Troia, individuando per raccontarla un aedo del tutto particolare, Heinrich Schliemann, il grande archeologo tedesco che ebbe sempre, durante la sua vita, come ossessione, l’idea di trovare la mitica città , che gli studiosi ritenevano inesistente.

Ecco dunque che sul palcoscenico del milanese Teatro Melato  in Iliade, mito e guerra ( lo spettacolo è per il terzo anno consecutivo ospite del Piccolo di Milano) su drammaturgia di Giovanna Scardoni e regia Stefano Scherini, a Nicola Ciaffoni, messosi nei panni di Schliemann, appaiono gli avvenimenti salienti e i personaggi di quell’epica guerra, in un vero e proprio delirio, dal proprio letto, si presume quello di Napoli, dove morì. Pochi gli oggetti per narrare quel mito fondante della nostra civiltà, oltre al letto, una sedia, due tavolini e un attaccapanni, con appesi pochi abiti e cappelli, che l’attore, di volta in volta, rende attraverso la narrazione significanti, costruendo scenografie immaginarie, costumi ed ambienti.
La drammaturgia di Giovanna Scardoni oltre a soffermarsi sugli avvenimenti salienti del Poema, ha il pregio di indagare efficacemente nelle ragioni dei vari personaggi, da Achille a Ettore a Elena, visti non come eroi lontani dal nostro sentire, ma come esseri umani con tutti i dubbi e le fragilità che appartengono ad ognuno di noi.
Lo spettacolo ha anche il dono, proponendosi anche per un pubblico di ragazzi, di muoversi a suo agio tra senso del tragico e ironia, inoltre attraverso brevi e non fuorvianti  interventi parodistici, dedicati agli dei, come Era che si presenta con tanto di boa al collo, occhiali da sole e cappello da spiaggia e Apollo, lui dio della musica, presentato come un rockettaro.
E vi sono, in questo senso, anche alcuni giovani spettatori invitati ad essere protagonisti del famoso “Giudizio di Paride” in un mix gustoso di stili che danno ampio respiro al senso più intimo del progetto. Perchè lo spettacolo non può che finire dopo il pianto di Achille sul corpo di Patroclo, con il racconto intriso di pietà dell’ incontro tra il figlio di Teti e Priamo che si prostra davanti all’Eroe chiedendogli il corpo del suo Ettore, ricordandoci che la guerra di Troia, come tutte le guerre hanno come solo ed unico risultato la scomparsa di intere generazioni di giovani uomini, votati ad un inutile sacrificio.