dal: 29-11-2016 al: 04-12-2016
Terminato
via Pietro Boifava, 17, 20142 Milano
Tel: 02 84892195
Orari:

Prezzi: -- €

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SCHEDA SPETTACOLO: IL VANGELO SECONDO ANTONIO

Stagione 2016-2017
Di Dario De Luca
Regia di Dario De Luca
Cast Dario De Luca, Davide Fasano e Matilde Piana
Una produzione Scena Verticale e Teatro della Valdoca
Recensione di: Claudia Cannella Voto 2

Ne Il vangelo secondo Antonio una cittadina del sud, si batte per accogliere i migranti, ha un rapporto privilegiato con il suo vescovo, è un vulcano di idee e punto di riferimento per la comunità. Con tutto quel che ha da fare è normale che si dimentichi dove sono le scarpe o di fare una telefonata al suo superiore. O forse no. Comincia così, con una sottile inquietudine, che subito ci porta in medias res in modo intelligente e garbato, il nuovo spettacolo di Dario De Luca, che racconta la storia di un uomo non qualunque colpito da Alzheimer e il suo sprofondare nella malattia. La buona partenza però subisce presto un’incongrua accelerazione e, nel giro di pochi minuti, ci troviamo già con Don Antonio che delira sulla fuga dei santi dalla Chiesa, non riconosce più la sorella perpetua e diventa incontinente, mentre una voce fuori campo illustra, tipo tutorial, come si deve preparare la casa per assistere i malati di Alzheimer. Tutto diventa improvvisamente didascalico, una sorta di banale excursus su quella patologia, raccontata con un naturalismo superficiale e a tratti fuorviante (per esempio, chi lo dice, come sostiene la sorella, che a soffrire sono solo coloro che accudiscono i malati e non anche i malati ché tanto non sono consapevoli? Si sa ancora così poco sull’Alzheimer…). Il prete gagliardo è ora solo un uomo fragile e pieno di vergogna, e spiace vederlo tratteggiare da De Luca con accenti che trascolorano nella macchietta. Così come il finale “cristologico” in cui, nel delirio totale, Don Antonio tira giù il Cristo dalla croce e lo accudisce con una sorta di lucida pietas e di immedesimazione. Certo, la demenza può essere occasione di riflessione sulla fede e sul senso religioso che (forse) alberga in ciascuno di noi. Però la carne al fuoco così è davvero troppa e il fuoco per cuocerla ancora molto da alimentare.