dal: 08-03-2016 al: 14-03-2016
Terminato
via Savona, 10, 20144, Milano
Tel: 02 8323126
Orari:

Lunedì-Sabato: ore 21.00
Domenica: ore 16:00

Prezzi: 10 < 21 €

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SCHEDA SPETTACOLO: Il principio dell’incertezza

Stagione 2015-2016
Di Andrea Brunello
Regia di Andrea Brunello e Michela Marelli
Cast Andrea Brunello e Enrico Merlin
Una produzione Arditodesìo
Recensione di: Roberto Rizzente Voto 3

Non sviluppa in fondo le premesse narrative. Quel segreto nascosto nella storia e la vita del professore che a poco a poco, come in una qualsiasi “lezione cechoviana del tabacco”, affiora. L’intenzione didattica – stimolare la curiosità dello spettatore di fronte alla “meraviglia” della Natura – è fin troppo scoperta. Detta, più che evocata. Pure, Il principio dell’incertezza, tappa seconda del più ampio progetto Jet Propulsion Theatre sul racconto scientifico, attivo dal 2012, è uno spettacolo che funziona.

Perché questo paradosso? Perché Andrea Brunello, anima e vate dell’iniziativa, è uno che trascina. Conosce la meccanica quantistica – come potrebbe essere altrimenti, è un fisico teorico, con tanto di Ph.D in America  – e, più ancora, la sa comunicare. E’ animato da una passione che basta a rendere il senso della necessità, vincolando lo spettacolo a un’onestà, una genuinità di fondo, un’urgenza che non è frequente riscontrare in teatro. In aggiunta, è anche un bravo attore, ispirato quanto basta per innestare la “fredda” teoria su di un apparato psicologico di indubbio interesse, il punto di vista di un personaggio anche grottesco, goffo se vogliamo, che ci suscita simpatia. Di più, empatia.

Se poi al tutto aggiungiamo l’estro del chitarrista Enrico Merlin, a partire dalle meditazioni su Beethoven, il can can seducente delle luci, i disegni, e una materia che presta il fianco al mistero, capiremo come questo è uno spettacolo che fa presa. Trasforma i riferimenti a Richard Feynman, gli esperimenti che hanno fatto la storia della fisica (la doppia fenditura, il gatto di Schroedinger), la teoria degli universi paralleli di Hugh Everett III, in un gioco a tutto tondo, fatto di tensioni, accensioni – conflitti, anche – e improvvisi ritorni. Con una verità di fondo: non è, quello in cui viviamo, un mondo chiuso, in tutto comprensibile, ma imprevedibile, a tratti oscuro. Dove la verità è sempre in là a venire. Come nella vita.