dal: 24-11-2015 al: 20-12-2015
Terminato
Via Pier Lombardo, 14, 20135 Milano
Tel: 02 599951

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SCHEDA SPETTACOLO: Il malato immaginario

Stagione 2015-2016
Di Moliére
Regia di Andrée Ruth Shammah
Cast Alessandro Quattro, Anna Della Rosa, Francesco Brandi, Francesco Sferrazza Papa, Gioele Dix, Linda Gennari, Marco Balbi, Piero Domenicaccio, Pietro Micci e Valentina Bartolo
Una produzione Teatro Franco Parenti
Recensione di: Fabrizio Sebastian Caleffi Voto 3

Cosa resterà / di quegli anni Ottanta? Restiamo noi. Nei Roaring 80eens, abitavo in via Pier Lombardo 28, a due passi dal Salone, alla cui inaugurazione di salon des indes teatrali, alla prima e alle successive stagioni fui presente. Da allievo prediletto di Argan (storia dell’arte contemporanea) ero passato armi e bagagli alle scene. Al debutto dell’Argan di Franco Parenti (Malato immaginario, 1980 per la regia di Andrèe Ruth Shammah) c’ero. E anche 25 anni fa, all’ultima replica neo molieriana del Maestro nel suo Salone, nel coraggioso allestimento sempre di Shammah, io c’ero. Ora son qui a raccontarvi che cosa resta di quell’interpretazione degli anni Ottanta.

Resta netta, nitida, la memoria del felice incontro tra gran teatro dell’attore protagonista e giovane teatro di regia. Un’operazione sciamanica che si ripropone con Gioele Dix, maturato primattore e la sempre giovane direzione di Andrèe, per molti versi di stampo strehleriano. Resta netta, nitida, la memoria affettuosa della co-protagonista Lucilla Morlacchi, che nello scorso numero della rivista abbiamo dovuto salutare al suo ingresso nell’eternità teatrale. Che è un’eternità laica, loica, lucida, culturale. Resta netta, nitida, la sensazione del confronto tra ipocondria e malattia, che corrisponde al match tra comico e tragico. La vecchia guardia del Salone Pier Lombardo/Teatro Franco Parenti non è vecchia, non muore e soprattutto non si arrenderà mai. La dimostrazione? Questo Argan di Gioele Dix nel riallestimento invernale di Shammah che preannuncia la primavera (dell’eterno ritorno).

Carattere saliente dell’interpretazione di Gioele 8 e 1/2 Dix (autobiografia generazionale felliniana con Argante fratello teatrale del Guido cinematografico e “sorella” del Guido letterario di Volponi, La strada per Roma) è proprio quella di conferire al ruolo un retrogusto e un sottotesto femminile, materno. Quasi a sottolineare che l’adulto malato, immaginario o meno, diventa inconsapevolmente la sua mamma, la mamma di se stesso. Questo aspetto di grande sensibilità rivela il female touch della regia maternale di Shammah, yiddish mamele del e della memoria di Franco Parenti.