dal: 30-11-2017 al: 03-12-2017
Terminato
Via Pier Lombardo, 14, 20135 Milano
Tel: 02 599951

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SCHEDA SPETTACOLO: IL CIELO IN UNA STANZA

Stagione 2017-2018
Di Armando Pirozzi e Emanuele Valenti
Regia di Emanuele Valenti
Cast Christian Giroso, Emanuele Valenti, Gianni Vastarella, Giuseppina Cervizzi, Valeria Pollice e Vincenzo Nemolato
Una produzione 369gradi, Fondazione Teatro di Napoli e uno spettacolo di Punta Corsara
Recensione di: Stefania Maraucci Voto 0

Il cielo in una stanza narra la storia di un palazzo costruito quarant’anni prima è parzialmente crollato dopo il terremoto del 1980 lasciando i suoi appartamenti senza più pareti e soffitti, proprio come cantava Mina (ma con tutt’altro significato) negli anni Sessanta. Il risultato di questo cedimento (grazie alla bella scenografia di Tiziano Fario) è un edificio surreale, fatto di cavità, di camminamenti difficoltosi, di scale malferme e di passaggi impervi, dove si ostinano a vivere, aggrappati al loro sogno domestico, alcuni esemplari della più varia umanità. Costoro, nel corso di una divertente e surreale riunione di condominio, invece di decidere di ricorrere alle vie legali per l’immane danno subito, sottopongono a un processo sommario l’avvocato “colpevole” d’esser figlio del costruttore dello stabile, mettendo addirittura ai voti la sua condanna a morte.

Salti indietro nel tempo riportano la vicenda nella Napoli laurina degli anni Cinquanta svelandone gli antefatti: ne risulta un efficace spaccato di un’epoca caratterizzata da emigrazione, speculazioni edilizie, politica poco pulita e malaffare che chiarisce piuttosto bene diversi aspetti della città dei nostri giorni.

Il testo, elaborato a due mani da Armando Pirozzi ed Emanuele Valenti, forse avrebbe potuto giovarsi di qualche asciugatura, ma è ben scritto e decisamente interessante, con quella sua calibrata combinazione di realismo e irrealtà. Lo spettacolo, a sua volta, conferma la progressiva crescita della compagnia Punta Corsara, giovane, entusiasta e affiatatissima, sebbene in qualche caso (i brani di testo recitati in coro nel finale, per esempio) ancora un po’ legata a modalità espressive laboratoriali dalle quali possiede tutte le carte in regola per emanciparsi.