dal: 29-03-2017 al: 09-04-2017
Terminato
Corso di Porta Romana, 63, 20122 Milano
Tel: 02 5518 1377
Orari:

Lunedì: riposo
Mercoledì, giovedì, sabato: ore 20.30
martedì e venerdì: ore 19:30
Domenica: ore 16.00

Prezzi: 13,50 < 34 €

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SCHEDA SPETTACOLO: IL BUGIARDO

Stagione 2016-2017
Di Carlo Goldoni
Regia di Alfredo Arias
Cast Andrea Giordana Lorenzo Gleijeses, Geppy Gleijeses, Luchino Giordana, Luciano D’Amico, Marianella Bargilli, Mauro Gioia e Valeria Contadino
Una produzione GITIESSE Artisti Riuniti
Recensione di: Alessandro Toppi Voto 1

Si fatica a credere che Il bugiardo sia una regia di Alfredo Arias: nessun approfondimento critico, trovate standardizzate e prevedibili, qualche orpello fine a se stesso, una generale fattura da classico destinato a una tournée commerciale.

Sa, Arias, che la commedia inscena la menzogna, la finzione, la recita di se stessi al cospetto degli altri e per questo cerca di esaltarne la metateatralità e, soprattutto, il regista franco-argentino comprende che l’opera dice anche di una situazione storico e socio-economica di passaggio, tra vecchio e nuovo. E tuttavia ciò che nel complesso presenta sul palco non è lo scorcio di un mondo che muta il suo assetto ma un campionario del peggior goldonismo d’annata (le capriole, le giravolte, gli svenimenti, gli sgambetti e le mossette già antiquate al tempo della regia filologica) cui vengono aggiunte, senza ragione plausibile, allusioni contemporanee (l’Isis e le banche, Gaza e la Camera dei deputati, Lampedusa, l’Alcoa, la Terra dei fuochi), riferimenti extra-teatrali (Hitchcock, Chaplin, Adolf Hitler) e ulteriore comicità in napoletano, tra ammicchi al pubblico per cercarne l’applauso, doppi sensi pseudo-erotici, facili fraintendimenti di parola.
Da dimenticare La bambola di Patty Pravo cantata in coro per rappresentare il coinvolgimento amoroso; incomprensibile il senso dei palloncini che i personaggi portano con sé (già visti ne Il giardino dei ciliegi di De Fusco, lì a rappresentare la vacuità delle parole pronunciate); quasi da filodrammatica l’entrata dalla platea del primo attore, Geppy Gleijeses; solo di maniera l’uso del teatro delle ombre; non rispettose del testo né portatrici d’innovazione le sporcature dialettali come «munnezza», usate per far ridere gli spettatori.
Non salvano quindi Il bugiardo di Arias lo smascheramento dello spettacolo nello spettacolo, certa mimica volutamente digrossata e grottesca, le scene di legno nudo e lo scorcio pittato e prospettico da irrealismo teatralizzato; non lo salva Lorenzo Gleijeses, i cui Brighella e Arlecchino rappresentano l ’unica interpretazione che sia davvero degna di nota.