dal: 09-02-2016 al: 06-03-2016
Terminato
Corso Buenos Aires, 33, 20124 Milano
Tel: 02 0066 0606
Orari:

Sala Shakespeare: MAR-SAB: 20:30 / DOM: 16:30
Sala Fassbinder*: MAR-SAB: 21:00 / DOM: 16:00
Sala Bausch: MAR-SAB: 19:30 / DOM: 15:30

*Sala soggetta a cambio d’orari.

 

 

Prezzi: 13,50 < 33 €

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SCHEDA SPETTACOLO: Harper Regan

Stagione 2015-2016
Di Simon Stephens
Regia di Elio De Capitani
Cast Camilla Semino Favro, Cristian Giammarini, Cristina Crippa, Elena Russo Arman, Francesco Acquaroli, Marco Bonadei e Martin Chishimba
Una produzione Teatro Dell’Elfo
Recensione di: Roberto Rizzente Voto 4

prima nazionale

È la scommessa del momento. Brillanti e cinici quanto basta, i drammaturghi anglosassoni contemporanei sono il cavallo di battaglia della compagnia dell’Elfo. Il prescelto, questa volta, è Simon Stephens: classe 1971, vincitore del Tony Awards nel 2015, non è un autore accomodante, lo stile tagliente, a tratti spregiudicato, poco concede al politically correct, le “isterie morali” che tanto piacciono ai botteghini. Così in Harper Regan, opera della maturità dove nulla è pacifico, i rapporti di lavoro tesi, la famiglia in procinto di esplodere e le persone perse nel mare magno della metropoli, senz’altro conforto che internet, l’alcool e qualche incontro erotico occasionale.

Un testo attuale, spigoloso, nel fondo nichilista che, tuttavia, mai scade nel grido, nell’escandescenza del pulp, preferendo adagiarsi su un mormorio – assolutamente antieroico – che scorre sottopelle, s’annida nelle pieghe del discorso, aggira i silenzi, le reticenze, le vuote parole, debellando ogni rivalsa, ogni istanza di autenticità. E che De Capitani sceglie di raccontare col massimo dell’obiettività, svuotando la scena da ogni orpello, ogni facile divagazione – uno spazio bianco, minimale secondo la lezione di Angels in America, ora salotto domestico, ora hotel, ora ospedale, tra Londra e Stockport, alla periferia di Manchester – per meglio vivisezionare, come un entomologo, le paure, le emozioni delle (piccole) creature che lì sono imprigionate. Senza pietismi. Senza finalità di sorta.

Ed ecco, allora, Harper Regan, la donna di mezza età che dà il titolo alla pièce, costretta dalla morte del padre e dal passato inconfessabile del marito a fare il bilancio dell’esistenza, così ben interpretata da Elena Russo Arman. Ecco la madre, un’intensa Cristina Crippa, dolente e alcolizzata. Ecco i giovani, che coi grandi condividono l’angoscia per una vita che non sanno dirigere: Camilla Semino Favro, la figlia dark, intelligente e ribelle; Marco Bonadei, il giornalista arrabbiato, razzista e cocainomane; Martin Chishimba, l’universitario che nessuno conosce. E poi Christian Giammarini, un marito silente, sconfitto; Francesco Acquaroli, il datore di lavoro ambiguo e perverso. La sintesi è uno spettacolo teso, vibrante, asciutto. Un thriller dell’anima – a tratti pinteriano – che tiene lì, col fiato sospeso, in attesa di una tragedia sempre annunciata ma che mai arriva perché i punti a capo van bene per una soap, non per la copia di una realtà dove niente è definitivo. Neppure il finale.