dal: 28-02-2018 al: 28-02-2018
Terminato
Via Selvanesco, 75, 20142 Milano
Tel: 02 5410 2612
Orari:

**Consultare le schede relative agli spettacoli per verificarne l’effettivo orario e data.

Prezzi: prezzi variabili a seconda della rappresentazione e consultabili sul sito http://www.pimoff.it/ €

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SCHEDA SPETTACOLO: GLI UCCELLI MIGRATORI

Stagione 2017-2018
Di Francesco Lagi
Regia di Francesco Lagi
Cast Anna Bellato, Francesco Colella, Leonardo Maddalena e Mariano Pirrello
Una produzione Teatrodilina
Recensione di: Diego Vincenti Voto 3

Mica è facile parlare con leggerezza delle cose più serie. Mica è facile strappare un sorriso mentre ci si addentra negli angoli bui della solitudine, dell’incomunicabilità, dei sensi di colpa. Forse anche per questo si rimane sempre un poco spiazzati dai lavori di Teatrodilina. Gli uccelli migratori confermano il valore di un percorso (una poetica) in qualche modo sempre più maturo. Vengono in mente i migliori Salvatores o Virzì, osservando la semplicità di un racconto senza snobismi, che s’alimenta della lievità del quotidiano. Con brevi tocchi surreali. Solida la scrittura di Lagi, fra i pochissimi a saper scrivere dialoghi. Mentre alla regia quasi si nasconde nella volontà di lasciar spazio alla parola. In un tinello, una giovane donna incinta attende che il pupo si decida a palesarsi. Con lei il fratello, aspirante scrittore. Il resto a seguire: le tensioni sopite, i dubbi e i segreti, la solitudine come paura e desiderio. Grazie al detonatore rappresentato da uno strambo ornitologo che si aggira nel bosco intorno a casa (splendida la realizzazione scenografica). Forse un nuovo amore. Forse “solo” una nuova prospettiva per il mondo… E poi lui, il padre del pargolo frutto dell’avventura di una notte. Gravemente malato, quel figlio inatteso diviene l’ultima proiezione di senso di un futuro negato. Lavoro corale, si amplifica nei dettagli di un impianto comico segnato da una malinconia lieve. A volte amara. E questo grazie a un cast dalla naturalezza potentissima. Che amplifica la densità delle parole. Aggiungendovi un’emozione dolorosa.