dal: 07-01-2017 al: 09-01-2017
Terminato
Via Pier Lombardo, 14, 20135 Milano
Tel: 02 599951

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SCHEDA SPETTACOLO: GLI INNAMORATI

Stagione 2016-2017
Di Carlo Goldoni e veneziano
Regia di Andrée Ruth Shammah
Cast Alberto Mancioppi, Andrea Soffiantini, Elena Lietti, Marco Balbi, Marina Rocco, Matteo De Blasio, Roberto Laureri e Silvia Giulia Mendola
Una produzione Teatro Franco Parenti
Recensione di: Claudia Cannella Voto 3.5

È un testo lieve e crudele Gli innamorati di Goldoni. È romantico e cinico al tempo stesso, capace di generare divertimento e malinconia su nevrosi “nostre contemporanee” come la paura di amare e l’incapacità di comunicare. Eugenia e Fulgenzio, i due giovani protagonisti, infatti si amano ma, benché nessun ostacolo si frapponga al loro sentimento, si danno il tormento per qualsiasi cosa, tra gelosie, ripicche, fraintendimenti e riappacificazioni. Dinamiche amorose sempre attuali, che Goldoni, con arguzia senza tempo, scrisse più di due secoli fa.
A riprenderne il dettato, comico ma anche struggente, è Andrée Ruth Shammah, che firma la sua terza regia da testi del Veneziano (La locandiera e Sior Todero brontolon gli altri due).
Ha scelto il testo giusto, la Shammah, e il risultato della sua lettura registica è di sorprendente freschezza e vitalità, capace di illuminare la modernità della commedia senza attualizzarla forzatamente. Tanto da risultare nel complesso superflui gli interventi di Trevisan con Goldoni che entra ed esce di scena, commentando lo spettacolo in progress. È già vincente l’idea di canalizzare l’energia dei due protagonisti nella compressione ed esplosione di un eros che non può essere placato solo con parole e promesse. I corpi chiedono libertà, il desiderio reclama un sacrosanto appagamento carnale, ma nessuno ha il coraggio di farlo, per insicurezza o per rispetto delle convenzioni sociali. E questo genera nevrosi, frustrazione, infelicità.
Semplice e folgorante intuizione che Matteo De Blasio e Marina Rocco assecondano a meraviglia, ben sostenuti dagli altri giovani interpreti e dai due “veterani” Alberto Mancioppi e Andrea Soffiantini. Nell’elegante candore dei costumi e nelle tinte chiare del palazzo un po’ delabrè dove si svolge l’azione (Gian Maurizio Fercioni, una garanzia) gli astratti furori dei due innamorati troveranno pace, almeno provvisoria, dopo aver rischiato di perdersi per sempre, lezione dolorosa che forse finalmente li ha fatti crescere. E noi spettatori sorridiamo con loro, rapiti e inteneriti dagli effetti devastanti di quella meravigliosa malattia chiamata amore.