Sala Shakespeare: MAR-SAB: 20:30 / DOM: 16:30
Sala Fassbinder*: MAR-SAB: 21:00 / DOM: 16:00
Sala Bausch: MAR-SAB: 19:30 / DOM: 15:30
*Sala soggetta a cambio d’orari.
Calcola percorso
SCHEDA SPETTACOLO: FRANKESTEIN, IL RACCONTO DEL MOSTRO
“Da tempo penso a Frankenstein e quest’anno la data è un invito – racconta Elio De Capitani. Due secoli esatti infatti sono passati da quando questo romanzo, che oggi ci parla più che mai, fu ideato da Mary Shelley. Per cercare di capire il presente e il futuro, superando l’orizzonte della pura attualità, spesso interroghiamo i classici del teatro con strumenti d’oggi, ma affiora spesso anche il desiderio di indagare attraverso gli squarci che la narrativa ci offre e il romanzo di Mary Shelley ci offre un’infinita stratificazione di stimoli.
Comincerò la narrazione dalla parte centrale del racconto, restituendo il punto di vista dell’infelice protagonista. L’autrice dapprima dà la parola al capitano Walton, poi al dottor Victor Frankestein, creatore del mostro, quindi dà la parola direttamente alla creatura: è questo il passaggio sul quale mi concentrerò, uno dei momenti più toccanti e conturbanti del romanzo».
Se dal 1817 fino a oggi questo libro è stato ristampato migliaia di volte e trasposto in più di cento versioni cinematografiche (con i volti di Boris Karloff, Christopher Lee, David Warner o Robert De Niro), è perché Frankenstein ha in sé tutta la forza del mito. Come sottolinea Nadia Fusini nella sua introduzione per l’edizione Einaudi: È così che chi scrive cattura – magari inconsapevolmente, ma tanto maggiore nel caso è la forza dell’intuizione geniale – le tensioni emotive profonde della sua epoca, le contraddizioni di una società in un momento critico della sua esistenza. Credo nel riverbero che il mito-Frankenstein è in grado di produrre su di noi oggi – continua nella sua riflessione De Capitani – immersi in tensioni emotive laceranti nei riguardi dell’altro, la cui diversità può farcelo apparire esattamente come un mostro. Il tema di Frankenstein è la bruttezza, la mostruosità fisica, in una creatura potenzialmente dotata di dolcezza infinita, ma portata all’ira feroce e inarrestabile dalla disperazione. Un tema estremo e illuminante. Il bisogno di far parte della comunità umana non ci tocca, se la vista non è appagata?”