dal: 26-10-2017 al: 29-10-2017
Terminato
Via Privata della Braida, 6, 20122 Milano
Tel: 02 546 2155
Orari:

Giovedì, venerdì, sabato, domenica h 20,45.
Serate Doppio Spettacolo: Inizio spettacoli ore 20,30

Prezzi: 12 < 15 €

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SCHEDA SPETTACOLO: FOLLIAR

Stagione 2017-2018
Di Alberto Astorri e Paola Tintinelli
Regia di Alberto Astorri e Paola Tintinelli
Cast Alberto Astorri e Paola Tintinelli
Una produzione Compagnia AstorriTintinelli
Recensione di: Diego Vincenti Voto 3.5

«Palla! Pallaaaa!». E improvvisamente si torna bambini: il cortile, le ginocchia sbucciate, le mamme che spuntano dal balcone quando è pronta la cena. Bisogna lavarsi le mani. Proprio quando il pallone è volato dall’altra parte. Si chiude così Follìar. Con la finestra che si apre sul mondo. La realtà.

Un po’ come in The Dreamers di Bertolucci. Ma lì almeno ci si era fatti le coccole con Eva Green. Qui no. Qui è puro dolore. L’inutilità dell’arte e della vita. Quel senso che ti sfugge sempre fra le dita. Nonostante Shakespeare o Artaud. Nonostante «il flusso costante di gente senza lavoro, di compro oro, compro oro» (Vasco Brondi). Non c’è in giro un teatro simile a quello di Astorri/Tintinelli, pare fuori dal tempo per quanto ormai è distante da qualsiasi malizia (artistica e di mercato), da dinamiche di potere e meccanismi economici. Un teatro da proteggere. Come i panda. Qui all’ultimo respiro? Chissà. Ma certo è di una bellezza che toglie il fiato questa loro pensatissima follia. Un duetto beckettiano fra un mimo e il capocomico cieco. Il cugino e lo zio. Due anime lunari. A mani nude contro l’esistenza. Si perde, certo. Ma si è lottato. E poi vincere è verbo sopravvalutato. Una riflessione sul fallimento dell’Arte. Su quello spettacolo sempre in prova. L’occhio cieco del teatro. Gli attori in mutande. La minuscola finestra dal quale spiare l’esistenza, in bilico sui gradini. Con questo grosso capocomico in occhiali scuri inquieto come una biscia, fuori posto, scomodo, senza pace. Che il mondo non è mai abbastanza. E ha il cuore nero dei malvagi. Una grande bellezza di gesti minimi e giganteschi, che strappano un brivido, una lacrima, il cuore. Mentre Paola e Alberto continuano a girare in tondo all’interno di un orizzonte misero, di pochi oggetti e altrettanti sogni. Ma il pallone è finito in strada. E se non arriva, occhio che siamo pronti a lanciare un mattone. Il gioco e la ribellione. Che forse il senso è tutto lì. E ci si emoziona. Come bambini.