dal: 21-11-2017 al: 17-12-2017
Terminato
Via Rovello, 2, Milano
Tel: 848 800 304
Orari:

Salvo diversa indicazione, gli orari degli spettacoli al Piccolo sono: martedì, giovedì e sabato, 19.30; mercoledì e venerdì 20.30; domenica 16.

Prezzi: 12 < 32 €

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SCHEDA SPETTACOLO: FINE PENA: ORA

Stagione 2017-2018
Di Paolo Giordano
Regia di Mauro Avogadro
Cast Massimo Foschi e Paolo Pierobon
Una produzione Piccolo Teatro Di Milano - Teatro D’Europa
Recensione di: Albarosa Camaldo Voto 4

 

Il palcoscenico è diviso in due zone confinanti, ma separate da effetti illuminotecnici e scenografici: l’interno di una casa borghese e una cella. I due spazi poi si confondono, grazie a una ingegnosa trovata: le sbarre si trasformano, si spostano, ma sono sempre presenti in scena, diventando centro propulsore dello spettacolo. Infatti, il toccante allestimento di Fine pena: oratratto dal libro omonimo del giudice Fassone che racconta un’esperienza vera – racconta il trentennale scambio epistolare tra un ergastolano, Salvatore, e il giudice che lo ha condannato.

Il loro rapporto, eccezionale esempio di umanità e di attenzione per la condizione dei carcerati, diviene uno spettacolo dal taglio cinematografico, in cui le vite dei due protagonisti vengono ora accostate, ora separate anche scenograficamente: il giudice nella sua casa legge le lettere, trovando spunti di incoraggiamento per chi, privato per sempre della libertà, non vede nessuna possibilità di riscatto, mentre il carcerato, nella sua cella, racconta violenze e amarezze subite, oltre a dar voce ai suoi sentimenti di scoraggiamento e di sfiducia.

La gabbia, in cui è rinchiuso Salvatore, si fa scenograficamente più schiacciante quando viene trasferito e perde il lavoro nel maneggio, che gli era consentito di svolgere in regime di semilibertà, fatti che lo inducono al tentativo di suicidio. Il giudice, interpretato con molte sfumature da Sergio Leone, non abbandona, ma sostiene sempre l’ergastolano, soprattutto nei momenti in cui questi pensa di non avere speranza. Paolo Pierobon caratterizza con bel realismo Salvatore, mostrandone l’evoluzione psicologica anche attraverso il linguaggio, in un recitato ora convulso, ora forzatamente pausato per sottolineare l’anormalità della sua situazione. Momento catartico è la messa in scena di Vita di Galileo di Brecht, di cui Salvatore è protagonista, nell’ambito di un percorso rieducativo in carcere, in cui appare in platea anche il giudice ad applaudire.