dal: 18-02-2018 al: 22-02-2018
Terminato
via Savona, 10, 20144, Milano
Tel: 02 8323126
Orari:

Lunedì-Sabato: ore 21.00
Domenica: ore 16:00

Prezzi: 10 < 21 €

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SCHEDA SPETTACOLO: FANTINE – Quando dal Caos nacque l’Amore

Stagione 2017-2018
Di ispirato a "I Miserabili" di Victor Hugo
Regia di Michele Mariniello
Cast Sara Drago
Una produzione Il Servo Muto/ Teatro
Voto 0

Note di presentazione

Fantine – Quando dal Caos nacque l’Amore è un monologo tratto dal romanzo I Miserabili di Victor Hugo. Si tratta di una rivisitazione della figura di Fantine che viene contestualizzata ai giorni nostri, come se vivesse in una zona periferica di una grande città, come se la sua dimora fosse all’interno di un agglomerato di case popolari. La scena si apre con la protagonista sul letto d’ospedale, intenta a partorire la figlia, frutto di un amore sbagliato, quasi “fotografata” un attimo prima della morte. In quel frangente, la giovane ripercorre la sua vita, raccontando dei suoi genitori, del luogo in cui vive, dell’amore e dell’importanza di saper cambiare il proprio destino.

NOTE DI REGIA

Nel confrontarsi con uno dei caposaldi della letteratura romantica ottocentesca e con uno dei suoi personaggi più rappresentativi, abbiamo intrapreso la strada della riscrittura, traslando in chiave attuale alcune vicende della storia, mantenendo intatte le tematiche, il senso dell’opera e l’arcata del personaggio. Per prima cosa abbiamo scelto in quale preciso momento della sua vita Fantine racconta questa storia: il leggendario istante prima di morire, in cui si dice riveder passare il “film” della propria vita. Come in un metafisico cinema dell’anima, le riflessioni date in punto di morte sono perciò trasposte in scena attraverso video proiezioni, che intervallano l’azione scenica di Fantine, presentata inizialmente in coma profondo. Io, ho avuto un significato?” Partendo da questa domanda, Fantine ripercorre a ritroso gli eventi che l’hanno portata a quel punto. L’assenza fisica dei genitori che nei miserabili si traduce nell’ottocentesco personaggio dell’orfano, nella nostra riscrittura si traduce nell’assenza genitoriale pur nella presenza. I genitori di Fantine sono vivi, ma semplicemente non hanno i mezzi per relazionarsi con la propria figlia. Cresciuta da sola in un simile ambiente tra degradazione, mancanza di prospettive e di buoni esempi, inizialmente Fantine paga scelte non sue. Come una sorta di eredità Fantine è costretta ad accogliere una condizione vitale senza prospettive, in cui il tema delle scelte diventa cruciale. Se l’unica possibilità di redenzione nei Miserabili consiste nell’amore, inteso come cammino di fede verso il divino, nella nostra scrittura si configura sì nel potere salvifico che ha l’amore, ma Amore inteso come consacrazione a qualcuno o a qualcosa. Amore in contrapposizione all’odio, all’indifferenza, all’emarginazione e alla fatiscenza che contraddistinguono certi luoghi. Amore come possibilità di spezzare l’inerzia di un destino già scritto. Amore come scelta di vita. Questo atto di amore, come nel romanzo di Hugo, si traduce nel mettere al mondo una figlia riuscendo a garantirle una vita migliore. Lo spazio scenico, che per elementi e materiali allude e richiama i panorami periferici, riprende concettualmente il tema delle scelte, attraverso pesi e carrucole che calano Fantine nell’ ipotetico ventre di una bilancia.