dal: 24-11-2015 al: 06-12-2015
Terminato
Largo Greppi, 1, Milano
Tel: 848 800 304
Orari:

Salvo diversa indicazione, gli orari degli spettacoli al Piccolo sono: martedì, giovedì e sabato, 19.30; mercoledì e venerdì 20.30; domenica 16.

Prezzi: 12 < 32 €

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SCHEDA SPETTACOLO: Der Park

Stagione 2015-2016
Di Botho Strauss dal "Sogno" di Shakespeare
Regia di Peter Stein
Cast Alessandro Averone, Andrea Nicolini, Arianna Di Stefano, Carlo Bellamio, Daniele Santisi, Fabio Sartor, Gianluigi Fogacci, Graziano Piazza, Laurence Mazzoni, Maddalena Crippa, Martin Chishimba, Mauro Avogadro, Michele De Paola, Paolo Graziosi, Pia Lanciotti e Silvia Pernarella
Una produzione Teatro Di Roma
Recensione di: Alessandro Toppi Voto 3

Con la mediazione di Botho Strauss, il Sogno in Der Park è, per Peter Stein, innanzitutto una missione erotizzante, un tentativo di riassesto delle pulsioni: Oberon s’aggira tra uomini e donne (Titania compresa) e – servendosi di un Puck diventato scultore d’amuleti – cerca di riattivarne la libertà di desiderio, il piacere della carne.

Stein dunque rende il favore della notte shakespeariana, durante la quale si scambiano gli amanti, mutano le passioni e ciò che non si dice, ma si desidera, si fa. Perciò ha gioco facile – assecondando la riscrittura (tra cambio di nomi, ricollocazione ambientale e modernizzazione dei costumi) – nel mostrare stupro, tradimenti conniventi, una compravendita prostitutiva facendo del secondo dei tre atti di Der Park il segmento in cui si cede al turbamento, ci si abbandona bestialmente mentre il primo fa da premessa degli eventi e il terzo serve invece a certificarne l’ineffabile durata: amore, amicizia, voglia di possesso, convivenza quotidiana, frenesia corporea tornano nei ranghi, ridiventando chiacchiere e propositi. Tre uomini non hanno il coraggio di battersi per una donna; una moglie viene amata dal marito dello stesso amore provato per la Patria; un figlio bacia sua madre, sfuggendo alle cosce della cameriera mentre «il porco» torna in ufficio e «la troia» s’affretta a raggiungere il luogo di lavoro: chi è fedele, insomma, ritorna fedele; chi è distratto ridiventa distratto.

Stein coglie dunque ciò che Kott colse nel Sogno, usufruisce della Germania panzer-punk degli anni Ottanta, così evitando gli amanti in tunica o la dimensione favolistica alla Grimm, e costruisce un montaggio di visioni che servono ad alternare o far coesistere le dimensioni divina, umana e teatrale dell’opera di Shakespeare. Se piace l’assenza di idealizzazione e la concretezza nell’alludere a certe dinamiche di relazione individualmente e socialmente oggi attivissime (dalla contemplazione inerte alto-borghese al rifiuto o allo sfruttamento del diverso), non convince di Der Park l’andamento lento, a tratti lentissimo, dato da una partitura che monta, smonta e rimonta continuamente i quadri a vista e che propone e ripropone lo stesso tema moltiplicandone la coniugazione oltre l’eccesso. Per questo, nonostante l’ottima prova di Maddalena Crippa e una compagnia in cui ogni interprete s’adegua bene al proprio ruolo (con eccezione di un Franco Graziosi troppo fiacco per essere un Oberon credibile) resta alla fine la sensazione di un lavoro che affascina per alcuni suoi momenti ma che si trascina, con stanchezza crescente, verso la fine delle sue quattro ore di spettacolo.