dal: 27-02-2018 al: 03-03-2018
Terminato
via Giovanni Bovio, 5
Tel: 02 2700 2476
Orari:

Da ottobre 2017, Il teatro di Via Giovanni Bovio a Milano è diventata la “casa” del Teatro del Buratto, una delle compagnie di teatro di ricerca e di figura più longeve in Italia.

La sala, progettata dall’architetto Italo Rota, è il secondo polo culturale dedicato all’infanzia e ai più giovani dopo il Muba. L’aspetto innovativo della sala, con capienza di 384 posti a sedere, è dato dalla presenza di un sistema di tribune mobili che possono modificare l’assetto del palcoscenico.

 

 

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SCHEDA SPETTACOLO: DANTE A TEATRO – LA BELLEZZA CH’IO VIDI

Stagione 2017-2018
Di Giuliana Nuvoli
Regia di Giuliana Nuvoli
Cast Niccolò Agliardi - Mohamed Ba - Antonio Minelli - Simone Passero - Nicolò Perego - Alessandro Pontremoli - Alessandro Sorrentino
Una produzione ADI, Adi sd, Centro Nazionale Studi Manzoniani, Comune di Milano, con il patrocinio di Accademia della Crusca e Teatro del Buratto
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Note di presentazione

Dante si legge; si ascolta; si commenta. Ma la Divina Commedia è anche testo da rappresentare, e nei modi più vari e inattesi: musica, danza, arti figurative, cinema contribuiscono a rendere vivo, divulgabile e godibile il Poema. Ricordando che la Commedia, opera di inesauribile vitalità, rappresenta, al tempo stesso, oltre lo spazio e il tempo, la storia della specie umana e di ogni singolo individuo. Il suo lettore, in realtà, è – prima ancora – uno spettatore: Dante costruisce per lui uno spettacolo che va al di là di ogni possibile immaginazione con un uso superbo e insolito della parola, e costruisce una splendida cattedrale dalle pareti di cristallo, attraverso le quali è possibile vedere tutto, senza ombre, sbavature, incertezze. Perché non dar vita allora a una rappresentazione composita, in cui fossero presenti modalità fra loro diverse, ma complementari, di portare al pubblico il Poema?

Nasceva così, nell’Aula Magna dell’Università degli Studi di Milano – era il 2010 – Dante a teatro, uno spettacolo nel quale si univano insieme la lettura, la narrazione, la danza, la musica, la piece teatrale, il cinema. La lettura del canto è, ovviamente, essenziale in tutto questo: prima vengono le parole. Dante a teatro le potenzia, ne arricchisce e completa il significato, in una operazione didascalica che insegna in quanto emoziona. Il tempo e lo spazio, nello spettacolo, vengono annullati. Così abbiamo danze in costume medievale e strumenti antichi, insieme a musica pop; narrazioni e letture del poema, accanto a testi moderni scritti per il tema che unisce la varie parti dello spettacolo. Perché ogni anno è scelto un filo conduttore scelto nella moltitudine di quelli danteschi, di forte connotazione morale, che aiuti a crescere e a fare le scelte più giuste per sé e per la società in cui viviamo. Negli anni passati sono stati, fra gli altri: La violenza sulla donna, Il sapiente e il viaggio, L’orrore della guerra, Terra madre, terra matrigna, I’ mi ricordo. Il poema e la memoria. Quest’anno il tema sarà quello della bellezza e del rapporto con le arti (pittura, scultura, musica… e poesia): La bellezza ch’io vidi. Perché sarà la bellezza – quella che si unisce platonicamente al bene – a salvarci. A salvare il mondo.