dal: 21-03-2018 al: 25-03-2018
Terminato
Via Gian Antonio Boltraffio, 21, 20159 Milano
Tel: 02 6901 5733
Orari:

Martedì-mercoledì-giovedì-venerdi-sabato ore 20.30
Domenica ore 16.00
Domeniche di giugno ore 17.00

Prezzi: 9,50 < 20 €

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SCHEDA SPETTACOLO: CORIOLANO

Stagione 2017-2018
Di adattamento Marco Plini e di William Shakespeare
Regia di aiuto regia Thea Della Valle e Angela Ruozzi e Marco Plini
Cast Cecilia di Donato, Giusto Cucchiarini, Luca Cattani, Marco Maccieri, Marco Merzi e Valeria Perdonò
Una produzione Centro Teatrale MaMiMò e con il sostegno di Fondazione I Teatri
Recensione di: Mario Bianchi Voto 2.5

Impresa ardua mettere in scena oggi Coriolano di William Shakespeare, sia per l’estrema corposità dell’opera, sia per la presenza nel testo di un cospicuo numero di eventi storici e personaggi, anche se, come spesso accade per le opere del bardo, la possibilità di sottolinearne i diversi rimandi alla contemporaneità sono sempre presenti e, per ciò, stimolanti, per chi volesse riproporla. L’ultima tragedia di Shakespeare, datata 1607 è una della sue opere più politiche, nel senso più stretto del termine, capace di rappresentare in modo congruo il rapporto tra popolo e potere. Ci ha tentato Marco Plini che, coraggiosamente, risolve i 5 atti di Shakespeare, in un’ora e cinquanta di confronto serrato tra Caio Marzio detto Coriolano ( Marco Macceri) e i suoi detrattori.
La trama dell’opera ha infatti come protagonista Caio Marzio detto “Coriolano”, così appellato perchè, nella guerra intentata da Roma contro i Volsci, era riuscito ad assediare felicemente la città di Corioli, aprendo con la forza le porte della città e a conquistarla per Roma.
Ed è allora che, forte della vittoria, potendone diventare l’idolo, ne diventa invece il nemico, numero uno, volendo eliminare i suoi rappresentanti, proponendo un modello autoritario e oligarchico, individuando proprio nel popolo l’ostacolo maggiore per buon funzionamento dello Stato. Per questi concetti, esibiti pubblicamente e con forza, i tribuni lo condannano come traditore e ordinano che venga mandato in esilio.
Dopo essere stato così esiliato da Roma, Coriolano corre dagli odiati ex nemici e propone loro di guidare il loro esercito contro Roma, ricevendone l’assenso. A questo punto viene mandata a incontrare il figlio Volumnia, la madre del condottiero, che, persuaso dalla donna, invece di muovere battaglia, conclude un trattato di pace tra i Volsci e i Romani. Quando poi torna in patria Caio Marzio viene ucciso per il suo tradimento.
Come si vede,anche nelle vicende trattate, Shakespeare crea una perfetta enunciazione di come si esprime la macchina del potere, rappresentando Coriolano, come un intransigente soldato che non vuole saperne della mediazione della politica, avendo, nel contempo, il Bardo la sensibilità di proporre tutti i punti di vista in ballo, oltre che i suoi quelli anche quelli dei dei poltici e di un popolo così manipolabile.
La contemporaneità dei temi suscitati dall’opera è esplicitata da Plini nei modi della messa in scena, con il popolo in tumulto con tute gialle, guanti in lattice, passamontagna e manganelli, i politici in eleganti vestiti neri con giacca e cravatta.
Ci sembra però che spesso i troppi segni in questo senso messi in gioco, parodie televisive, sequenze da discoteca, occhiali e cravatte fluorescenti, megafoni; animazioni; segnali tecno, offuschino in qualche modo la parola di Shakespeare che è capace da sola, attraverso i giovani bravi attori, oltre al già citato Maccieri, Luca Cattani, Giusto Cucchiarini, Cecilia Di Donato, Marco Merzi, Valeria Perdonò, di arrivare al cuore e all’intelligenza del pubblico, che viene coinvolto direttamente, partecipando in modo un poco generico al gioco teatrale.