dal: 15-05-2018 al: 20-05-2018
Terminato
Corso Magenta, 24
Tel: 02 80 55 882
Orari:

lunedì riposo
martedì, mercoledì, giovedì, venerdì, sabato ore 21:00
domenica ore 17:00

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SCHEDA SPETTACOLO: IL CANTICO DEI CANTICI

Stagione 2017-2018
Regia di Roberto Latini
Cast Roberto Latini
Una produzione con il contributo di ERT fondazione Emilia Romanga Teatro e produzione Fortebraccio Teatro
Recensione di: Nicola Viesti Voto 0

Il Cantico divino gronda amore, attraversato dal furore dell’eros, dallo sbigottimento per la presenza dell’altro, di un amato per cui gli occhi dell’amata sono colombe, melagrane le gote, come cerbiatti i seni. E per l’amata l’amato è egli stesso un cerbiatto, ha gambe solide come i cedri del Libano e labbra bianche e vermiglie. Il desiderio si nutre di lontananza e la fanciulla è sgomenta dal non trovare il suo signore accanto a sé nel talamo, lo cerca, lo trova per perderlo ancora.

Per il suo Cantico dei cantici, Roberto Latini allontana – ma non rinnega – le suggestioni da un Flaubert o da un Wilde per affidarsi, con geniale intuizione e coraggio, ad altro, a un universo camp apparentemente “stonato” ma che si rivela potentissima chiave di lettura. E così Jennifer, senza più rose ma con fioracci di plastica e tremende parrucche, guarda da lontano lo splendore abbagliante di Jerusalem; telefoni muti ricordano isteriche eroine di Cocteau in vana attesa e insensibili a piogge di gemme e pendenti d’oro, dalla mitologia cinematografica sorgono sentimenti bambini destinati all’eternità che rivaleggiano con i sospiri degli amanti, in un paesaggio di notti nel deserto.

Tutto un roteare di specchi che si rifrangono in altri specchi, in un gioco infinito nel claustrofobico spazio di una radio dove una maschera, tanto simile alle disperate marionette create da Danio Manfredini, attende – in uno straordinario flusso sonoro che non teme romanticismo e pop che più pop non si può – segni esterni di vite perdute, di solitudini senza speranza.

Tutto un affastellarsi di passioni plebee, che si compattano in sgangherati eserciti che muovono guerra e assedio alla spaventevole e sublime torre costituita dalla poesia millenaria del Cantico, al suo segreto inconoscibile. Uno scontro senza possibilità di vittoria tra povere, umanissime immagini d’amore e il distillato, eccelso desiderio, quasi un pugnale di carne infisso nell’Antico Testamento. Meraviglioso è il Cantico e superbo il suo interprete.