dal: 06-06-2016 al: 10-06-2016
Terminato
Corso Buenos Aires, 33, 20124 Milano
Tel: 02 0066 0606
Orari:

Sala Shakespeare: MAR-SAB: 20:30 / DOM: 16:30
Sala Fassbinder*: MAR-SAB: 21:00 / DOM: 16:00
Sala Bausch: MAR-SAB: 19:30 / DOM: 15:30

*Sala soggetta a cambio d’orari.

 

 

Prezzi: 13,50 < 33 €

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SCHEDA SPETTACOLO: BIANCO O NERO – The Sunset Limited

Stagione 2015-2016
Di Cormac McCarhty
Regia di Gabriela Eleonori
Cast Saverio Marconi e Rufin Doh Zéyénovin
Una produzione Compagnia Della Rancia
Recensione di: Ilaria Angelone Voto 3

Due uomini, un bianco e un nero, si incontrano per un caso. Il nero salva il bianco, mentre tenta di gettarsi sotto il Sunset Limited, un treno-simbolo degli Stati Uniti, che li attraversa da ovest a est. Lo salva e lo porta a casa sua, dove i due uomini si confrontano, si scontrano, si raccontano, parlano di morte e di vita e del senso ultimo. Il bianco è un professore di mezza età ateo e certo del proprio nichilismo radicale, il nero ha una storia complicata, omicidio, carcere, pena e redenzione, e crede, profondamente, perché ha vissuto l’esperienza della “vocazione”.

Il “romanzo in forma drammatica” di Cormac McCarthy disegna due personaggi compiuti e nello stesso tempo simbolici, reali e insieme maschere di una dialettica tra fede e ragione, tra libertà e accettazione, che è tutta nel la mente dell’autore. Parole molto dense da dire. La scena è realistica, ci porta nel modesto appartamento del nero, in una qualunque periferia, pochi poveri oggetti consumati dall’uso, illuminati da lampade al neon. Qui le schermaglie tra il bianco (Saverio Marconi) e il nero (Rufin Doh Zéyénovin) si fanno serrate, l’uno, nel costante tentativo di tornare al proprio destino, l’altro con la ferma convinzione di salvarlo.

I due attori danno ai personaggi corpo e respiro, inflessioni di grande realismo, riuscendo nel difficile compito di restituire le parole di McCarthy in un confronto impossibile da risolvere se non con l’abbandono da parte di uno dei due. Chiusi nello spazio senza tempo delimitato dalla porta rossa, i due uomini riescono solo a sfiorarsi. Il dialogo ha la tensione di un thriller dove in gioco c’è la vita. Forse ciò che nello spettacolo si vede meno è la regia, che lascia alle parole e al loro essere dette tutto il lavoro, senza tentare una vera e propria drammaturgia di scena.