dal: 02-03-2018 al: 04-03-2018
Terminato
Via Spalato, 11, 20124 Milano
Tel: 02 9737 8443
Prezzi: 3 < 10 €

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SCHEDA SPETTACOLO: BETWEEN ME AND P.

Stagione 2016-2017 e 2017-2018
Di Filippo Michelangelo Ceredi
Regia di Filippo Michelangelo Ceredi
Cast Filippo Michelangelo Ceredi
Una produzione Filippo Michelangelo Ceredi e Teatro Delle Moire
Recensione di: Claudia Cannella Voto 0

Tra i lutti più difficili da elaborare c’è quello in absentia del corpo. Incidenti aerei, esplosioni, sparizioni della persona. Forse quest’ultimo il più crudele, perché neanche sai se piangere un morto o un vivo. Semplicemente non sai. Filippo Michelangelo Ceredi aveva cinque anni quando il fratello Pietro scomparve nel nulla. Nel luglio 1987, Pietro, allora ventiduenne, se ne andò di casa e non vi fece più ritorno. Da quel giorno non si sono avute più sue notizie. Questa assenza rimane sopita, latente nel cuore di Filippo fino a quattro anni fa quando, casualmente, ritrova nella casa materna scritti, lettere, ritagli di giornali, musicassette, registrazioni audio, fotografie e libri appartenuti al fratello. E allora sente il bisogno di riappropriarsi di un pezzo della sua storia famigliare, di far luce su un’assenza silenziosa quanto pervasiva. La racconta con delicatissimo pudore e palpabile dolore, affidando le scarne parole che descrivono questo percorso di conoscenza a quel che lui scrive a computer e viene proiettato sul fondo della scena. Filippo è seduto a un tavolo, il volto impassibile, da cui traspare un’infinita malinconia, “armato” solo del suo portatile e di tanti materiali, che sparge a terra, con cui cerca di comporre il puzzle di un’esistenza complessa. Sono immagini di una Milano grigia, fotografie sbiadite, ritagli di giornale, videointerviste a parenti e amici. Pietro era un giovane uomo inquieto, un intellettuale insonne a cui tutto andava stretto, forse vittima della depressione. Filippo lo conosce e ce lo fa conoscere così, in una condivisione di emozioni con il pubblico davvero toccante per sobrietà narrativa e rispetto di fragili memorie famigliari. Chiude con qualche passo di danza sulle note di Vivere una favola di Vasco Rossi, inno a quella “vita spericolata”, che si è trasformata in un’assenza con cui piano piano imparare a convivere.