dal: 28-02-2017 al: 19-03-2017
Terminato
Largo Greppi, 1, Milano
Tel: 848 800 304
Orari:

Salvo diversa indicazione, gli orari degli spettacoli al Piccolo sono: martedì, giovedì e sabato, 19.30; mercoledì e venerdì 20.30; domenica 16.

Prezzi: 12 < 32 €

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SCHEDA SPETTACOLO: BESTIE DI SCENA

Stagione 2016-2017
Di Emma Dante
Regia di Emma Dante
Cast Alessandra Fazzino, Carmine Maringola, Daniela Macaluso, Daniele Savarino, Davide Celona, Elena Borgogni, Emilia Verginelli, Italia Carroccio, Ivano Picciallo, Leonarda Saffi, Roberto Galbo, Sabino Civilleri, Sandro Maria Campagna, Stephanie Taillandier e Viola Carinci
Una produzione Atto Unico / Compagnia Sud Costa Occidentale, Festival d'Avignon, Fondazione Romaeuropa Festival, Piccolo Teatro Di Milano - Teatro D’Europa e Teatro Biondo Palermo
Recensione di: Claudia Cannella Voto 3.5

È allo stesso tempo personale e bioteatrografico, ma anche neutro e atemporale Bestie di scena di Emma Dante. In entrambi i casi è uno spettacolo di estremo interesse perché radicale e spiazzante, respingente e coinvolgente. Lascia carta bianca allo spettatore su come e quanto accoglierlo, offre mille possibili spunti di riflessione.
Quella comunità di creature, forse in fuga dall’Eden e alle prese con la scoperta della vita terrena, non provoca lo sguardo dello spettatore per la sua, per altro casta, nudità, bensì per quel “grado zero” di tutto (natura, cultura, civiltà…) da cui tutto può cominciare o finire. E in questo c’è una distanza abissale con le provocazioni morali e politiche del nudo a teatro degli anni Settanta (penso al Living Theatre). È come se a ognuno di noi fosse consegnato un foglio bianco su cui scrivere il proprio spettacolo. Cosa a cui spesso, purtroppo, non siamo disponibili, troppo abituati ormai a una certa “rassicurante” passività dello sguardo e dell’ascolto.

Poi, per chi conosce da tempo il lavoro dell’artista palermitana, c’è un secondo livello di lettura. È come se, in quell’ora e poco più di rappresentazione, Emma Dante volesse mostrare una summa del suo teatro, ripercorrendo per sommi capi le tappe di un percorso di cui sono stati complici necessari i suoi straordinari attori: l’esercizio militaresco della schiera, l’acqua che viene sputata in aria come in mpalermu, le scope de Il festino, la scimmia de La scimia, le bambole disarticolate ricorrenti in diversi lavori… Non citazioni gratuite, e nemmeno compiaciute, bensì strumenti necessari a veicolare un messaggio, oltre che segno forte di uno stile personale e consolidato. Perché è come se, attraverso tutto ciò, Emma volesse mettere un punto e a capo, suggerire l’ipotesi e forse l’urgenza di una svolta, di un cambiamento. Emblematica, a questo proposito, è la scena finale, quando il gruppo, in un gesto di ribellione e di affrancamento, rifiuta i vestiti che gli vengono lanciati dalle quinte e si presenta alla ribalta per quello che è ed è sempre stato: nudo, ma questa volta senza coprirsi con gesti di impacciata pudicizia, senza vergogna. Il lancio dei vestiti è l’ultima di una serie di azioni, molto precise, che scandiscono l’intero andamento dello spettacolo. A compierle, per provocare altrettanto precise reazioni nel gruppo, è un’entità assente, che agisce fuori dal perimetro del palcoscenico. Chi è? La regista, un misterioso demiurgo, Dio, gli accadimenti della natura? Ognuno è lasciato libero di interpretare. Ma certo è che Emma Dante, come Prospero o Cotrone, pare aver chiuso coraggiosamente un ciclo, lasciando qualche labile indizio e molti interrogativi su un futuro tutto da scrivere.